“Non abbiamo bisogno di gasdotti e trivellazioni, abbiamo bisogno di intelligenza…”. Sono le parole del garante del M5S, Beppe Grillo, pronunciate quando il M5S era all’opposizione.
Ora che il M5S è al governo dove è andata a finire l’intelligenza? Il senno è perduto, come quello del paladino Orlando di Ludovico Ariosto?
Vediamo.
Il gasdotto per eccellenza, il Tap ha già ricevuto l’approvazione del vicepremier e ministro, Luigi Di Maio. E l’intelligenza? Sulle trivelle, contro le quali il M5S si era speso per il referendum NO Triv dell’aprile 2016, si è fatta una operazione furbesca, così da alzare una cortina fumogena, utile a non far capire ai cittadini come stanno le cose.
Infatti, nel Decreto legge “Semplificazioni”, in discussione in Parlamento, c’è una norma sulle trivellazioni. Cosa ci azzecchino le semplificazioni con le trivellazioni non è dato da capire, ma andiamo avanti.
Il decreto prevede lo stop alle ricerche in mare di idrocarburi, nell’attesa di un piano nazionale. Il primo effetto, illustrato nella relazione al decreto, è quello della rivendicazione di risarcimento di 470 milioni di euro che le società interessate potrebbero richiedere alla Stato, cioè a noi, vale a dire ai contribuenti italiani.
Il decreto Semplificazioni, inoltre, non blocca le estrazioni, chiamate coltivazioni, in essere, né le relative proroghe. Insomma, si continuerà a estrarre idrocarburi, attività che era oggetto di campagna contraria del M5S. E l’intelligenza?
Sul no alle trivelle si era espresso il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che aveva minacciato le dimissioni. “Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza. E’ la libertà di chi ha un altro lavoro”, dichiara il ministro Costa, forse in riferimento a chi un altro lavoro non ce l’ha, come il vicepremier Di Maio.
Alla fine, l’intelligenza, ovvero il senno, è finito in una ampolla e sarà difficile trovare un Astolfo che lo riporti al popolo che ha creduto alle promesse elettorali del M5S.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc