Vergogna morale, vergogna sociale. Eppure ci sarà qualcuno normale da votare, spero di sì. Certo è difficile concentrarsi su una serie di priorità con tutto quello che è successo e sta succedendo in questi giorni in città.
Nell’Italia del disonore, dove l’integrità morale sembra un’inezia se non un handicap, quello che spesso sconcerta la gente “perbene” è l’assenza di vergogna della gente “permale”. Sarà pure una considerazione da moralizzatori un po’ retro, ma certamente questi tanti signori inquisiti e arrestati non abbondano di quello che una volta si definiva “senso dell’ onore”. LUCIANA SICA
Liste per le Amministrative del 10 giugno presentate: Messina preparati a votare senza turarti il naso. Si può dire, allora, che la nostra è una classe politica svergognata? Tutt’altro: la vergogna non è scomparsa, anzi. E’ diffusissima, è una specie di ossessione collettiva. Non è però la vergogna morale che inquieta. E’ un’altra forma di vergogna, quella sociale: è la vergogna di essere nessuno. Di non emergere, di non apparire, di non avere successo o anche di non averne abbastanza. Un tarlo che colpisce un po’ dappertutto. Vergogna morale, vergogna sociale. Eppure ci sarà qualcuno normale da votare, spero di sì. Certo è difficile concentrarsi su una serie di priorità con tutto quello che è successo e sta succedendo in questi giorni in città. Ma è una vita che a Messina succedono cose enormi e quasi sempre sgradevoli o tragiche e questo non impedisce alla nostra classe politica di accamparsi in tv o sul web, per uno spazio in prima pagina. Siamo alla canna del gas, le strade sono voragini, il territorio a rischio frana e il problema in una città normale non può essere un posto in lista o una stretta di mano prima data e poi rinnegata. Mi vergogno di avere questi politici in consiglio. Forse questa è la verità: che il futuro di Messina non va messo sul piatto della bilancia se sull’altro piatto c’è il folclore. Ma allora è una questione di cultura, di etica, di dignità e una persona onesta, coi suoi pregi e i suoi difetti, darebbe fastidio anche una volta ogni dieci anni, non ogni cinque. Ci vuole un sindaco preparato, d’accordo, ma siamo certi che il Sistema lo vorrebbe? Darebbe fastidio perché, solo per due settimane, spezzerebbe l’abitudine più radicata in città, che è quella del favore. Poi sarebbe una rottura di scatole con tutti quei parenti da sistemare, per non parlare di amici e amanti. Qui a Palazzo, ma anche davanti alla tv si può solo tifare per. O non tifare per nessuno, che per un cittadino onesto è anche peggio. Ma non ci sono ladri dicono. E’ vero, ce ne sono pochi, e non a caso si diceva che non bisogna valutarle sul metro del populismo. Quella è una strada lucente e scivolosa e non aiuta a riscattare Messina.