I dati Istat diffusi oggi sono quelli del 2019, ma non crediamo ci siano grandi modifiche nell’ultimo anno e mezzo pandemico: i Km di piste ciclabili, nei capoluoghi di provincia metropolitana, sono in crescita del 15,5% rispetto al 2015. Stiamo parlando di una media di 24,2 Km ogni 100 Kmq di superficie territoriale, con punte di 178,5 a Mantova e 0,2 a Viterbo (gli stessi dal 2013 al 2019).
L’Istat rileva l’insufficienza di questa rete, soprattutto nel Sud (1).
Noi aggiungiamo – per i decisori – incapacità e mancanza di volontà politica.
Quante vole abbiamo ascoltato – essenzialmente nelle campagne elettorali – dell’intenzione di dare importanza/priorità alla mobilità ciclabile… tante quante le decisioni non prese o prese parzialmente o prese male.
Il problema è che la mobilità ciclabile urbana è considerata una sorta di orpello. Abbiamo alcune piste ciclabili extraurbane (poco utilizzate) che solcano la Penisola da nord a sud, ma quando si va in città, la realtà è il nulla. I percorsi: finiscono senza alternative, sono linee sulle corsie di auto che sempre non le rispettano, manutenzione da far rimpiangere di non avere una mountain bike, etc.
Tutti ricordiamo gli incentivi bici dell’anno scorso per la pandemia: ossigeno per i rivenditori, ma l’utenza continua a combattere con il traffico entro cui districarsi senza farsi travolgere, respirando smog anche se ora attenuato da mascherina che portiamo per altri motivi. E molti di quelli acquisti sono finiti con i mezzi in garage.
E’ stato evidente che non è l’incentivazione all’acquisto del mezzo il metodo, ma la disponibilità viaria specifica, soprattutto per andare a scuola e al lavoro.
A quando un piano nazionale in materia?
1 – https://www.aduc.it/notizia/trasporti+piste+ciclabili+rifiuti+2019+istat_138032.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc