Estendendo le indagini e tramite la collaborazione e l’interscambio informativo con l’Inps, i Finanzieri crotonesi hanno scoperto anche altre 7 persone, familiari conviventi di soggetti arrestati insieme al boss nell’ambito dell’Operazione contro la ‘ndrangheta di Cutro “Malapianta”, che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza con false dichiarazioni. In particolare i Finanzieri hanno passato al setaccio una lista di soggetti condannati definitivamente, ovvero attualmente imputati e detenuti per associazione mafiosa, ed altri reati socialmente pericolosi. Infatti la normativa prevede che, tra i requisiti che i richiedenti devono possedere per poter accedere al sostegno economico dello Stato, non vi siano misure cautelari personali in capo ai componenti il nucleo familiare. Non solo al momento della presentazione della domanda ma anche durante il periodo di erogazione del beneficio. Il capo della locale di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro e le altre 7 persone appartenenti alle famiglie fedeli alla cosca percepivano il reddito di cittadinanza nonostante conducessero un tenore di vita molto alto, come dimostrato dai numerosi beni di lusso sequestrati al termine dell’operazione “Malapianta”.
Il danno accertato per le casse dello Stato ammonta a 92.000 Euro.
A margine della notizia giudiziaria ci siamo chiesti se la mafia, con le sue ramificazioni, non sia diventata la forma di potere che più di tutte condiziona la convivenza civile, opponendosi sul territorio ai legittimi poteri dello Stato. Come cittadini non possiamo né dobbiamo chiudere il cuore alla speranza. Questa però deve diventare un progetto operativo, affidato non solo agli interventi, pur necessari, delle pubbliche autorità e poteri dello Stato, ma anche alle migliaia e migliaia di persone oneste che nulla hanno a che fare con le organizzazioni criminali.
Spiace osservare che il reddito di cittadinanza sia più utile ai delinquenti che agli ultimi. Calabria, Sicilia, Campania, Lombardia… non passa giorno che la Guardia di finanza non scovi questi imbroglioni. E poi ti chiedi come i partiti si procurino i consensi: non certo con le opere buone.
I politici, solo i politici, sono tra i primi responsabili della crescita o del declino del senso della legalità nel nostro paese. Non siano mai sacrificati i beni fondamentali della persona o della collettività per ottenere consensi.