di ANDREA FILLORAMO
Papa Francesco, non mollare! Bisognerebbe rivolgere questo invito al Pontefice dopo l’intervista fatta dal sito argentino ‘Infobae’, in occasione del decimo anniversario del suo pontificato, quando, incalzato con una domanda sul celibato ecclesiastico nella Chiesa occidentale, sapendo di essere fortemente osteggiato nella Chiesa sia dai tradizionalisti sia dai progressisti, mai però in difficoltà nel fare almeno intuire verso quale direzione vorrebbe portare la Chiesa se la decisione dovesse prenderla lui solo senza i limiti che gli impongono, risponde che il celibato ” è una prescrizione temporanea…che non è eterno” che eterna è solo l’ordinazione sacerdotale…
L’intervistatore chiede ancora: “Quindi il celibato potrebbe essere rivisto?”, Sì”, replica decisamente e senza titubanza il Papa e aggiunge: “nella Chiesa cattolica ci sono preti sposati: tutto il rito orientale è sposato. Qui in Curia ne abbiamo uno – mi sono imbattuto proprio oggi – che ha sua moglie, suo figlio. Non c’è contraddizione che un prete si sposi. Il celibato nella Chiesa occidentale è una prescrizione temporanea: non so se si risolve in un modo o nell’altro ma questa è un’altra questione”
A questo punto non c’è più dubbio: la Chiesa d’Occidente che Papa Francesco vuole, una volta superati i tabù e le chiusure particolarmente sessuali sulle quali attualmente si poggia una legge ritenuta superata dal tempo, non deve più differire da quella d’0riente. Deve, quindi, superare quella che Papa Francesco per la prima volta chiama “prescrizione temporanea”, giacché essa non è per sempre, riconoscendo che non c’è contraddizione con il fatto che un prete si sposi”.
Quello di Papa Francesco ha è sicuramente un piccolo ma significativo passo in avanti per umanizzare la figura del prete, per renderlo uomo fra gli uomini, capace di dare e ricevere amore, che è un diritto che non può essere negato anche a chi vuole esercitare il ministero presbiterale. Sicuramente se sono fiori fioriranno.