Parlamento. La concorrenza fa bene alle tasche degli utenti

Mario Draghi

La concorrenza fa bene alle tasche degli utenti. Se qualcuno ne vuole la prova basterebbe ricordare i costi delle telefonate con i cellulari: oggi, ogni società offre agli utenti costi e servizi in concorrenza con altre società. I costi sono scesi e la qualità è aumentata e, se non soddisfatti, si cambia. Stesso discorso vale per i treni e gli autobus di media/lunga percorrenza.

Non è così con i gestori balneari e i costi maggiori si scaricheranno sul consumatore.

Correva l’anno 2006, quando l’Unione europea approvò la direttiva sulla concorrenza, ovvero sulla libera circolazione dei servizi in ambito comunitario. La direttiva fu recepita nel nostro Paese nel 2010 e prevedeva l’approvazione di una legge di merito ogni anno, fatto che si è verificato solo nel 2017.

Motivo? Le resistenze corporative delle categorie, dai balneari agli ambulanti, ai tassisti, etc., supportati dai partiti di riferimento. Ogni corporazione si è chiusa a riccio nella torre e i partiti fanno buona guardia agli interessi di categoria.

 

Ora, è in discussione in Parlamento una proposta di legge sulla concorrenza, già approvata dal Consiglio dei ministri. L’approvazione dovrebbe essere scontata, perché già approvata dai ministri di diversa estrazione partitica. C’è perfino una sentenza del Consiglio di stato che ha deliberato che le concessioni balneari andranno a scadenza il 31 dicembre del 2023, inoltre ci sono in ballo i 200 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

La questione del contendere sono le concessioni balneari, considerato che tra 20 giorni ci saranno le elezioni che coinvolgeranno molti comuni rivieraschi.

Chi si oppone alle liberalizzazioni sono Lega e Forza Italia.

I consumatori dovranno ringraziare questi due partiti se questa estate sarà molto caro l’affitto di sedie e ombrelloni.

Primo Mastrantoni, Aduc