“Chi disprezza compra”. E’ un antico detto e si riferisce a chi, criticando qualcuno, in realtà ne dimostra interesse. Ci è venuto in mente questo proverbio a proposito del governo gialloverde (Lega-M5S) e a quello previsto giallorosso (Pd-M5s).
Ricordiamo le contumelie che, Lega e M5S, si scambiavano prime delle elezioni dello scorso anno, finite in un abbraccio, un inciucio, direbbe Salvini, che ha portato alla formazione del governo gialloverde.
La scena si è ripetuta in questi giorni: dopo le contumelie scambiate tra Pd e M5S è giunta l’ora dell’abbraccio, dell’inciucio, direbbe Salvini, che porterà, salvo imprevisti, alla formazione del governo giallorosso.
E’ un periodo, diremmo, particolare.
Il Regno Unito quello della magna Charta Libertatum, la Magna Carta della Libertà, che garantiva i diritti, ponendo le basi della democrazia, è in crisi. Il premier Boris Johnson ha sospeso il Parlamento per impedire ai deputati di discutere una proposta di legge che blocchi una Brexit senza accordo con l’Ue. Era già successo ai tempi di Carlo I di Inghilterra (1600-1649), ma il re finì decapitato. Altri tempi.
Qui, in Italia, c’è un premier che ha presieduto un governo di un colore e ora di altro colore, con una particolare interpretazione del detto evangelico secondo il quale la mano destra non deve sapere ciò che fa la sinistra.
Una cosa positiva, il previsto governo giallorosso, l’ha ottenuta: il calo dello spread, che significa meno debito pubblico, cioè nostro.
Dai 327 punti di spread del governo gialloverde siamo passati a 165 punti del previsto governo giallorosso. 162 punti in meno, cioè meno interessi sui titoli di Stato.
Per il resto, vedremo.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc