Mentre si avvicina il 9 giugno, qualche amico fra i cinque benevoli lettori dei miei “foglietti”, forse attribuendomi soverchie capacità nel “politichese”, mi chiede per chi votare. Parafrasando Montale degli “Ossi di seppia”, mi viene di rispondergli “non chiedermi la parola, al più posso suggerirti qualche storta sillaba e secca come un ramo; e, se proprio insisti, mi è più facile dirti per chi sicuramente non voto”. L’elenco è lungo e, scegliendo fior da fiore, lo ricavo dalla mie convinzioni sedimentate, dai ricordi e anche dai faldoni di appunti e ritagli di giornali che ho conservato negli anni.
Non voto per quelli che, in nome della libertà assoluta soprattutto in questo mezzo secolo hanno imposto la “dittatura del relativismo” (definizione del cardinale Ratzinger, 18-IV-2005) alla società, cancellando sempre più la distinzione fondamentale tra il “bene” e il “male” e provocando il conseguente disordine morale, civile e fisico di cui tutti vediamo gli esiti drammatici, aumentati rispetto al passato: solitudini, depressioni, follie, divisioni e separazioni fra coniugi, bambini contesi e abbandonati a se stessi, giovani papà ridotti in miseria perché lasciati da mogli e compagne, diseducazione dei giovani, violenze individuali e di gruppo, violenza da partner, uso di droghe leggere e pesanti, uccisioni di donne, uccisioni di uomini, uccisioni di bambini prima di nascere, suicidi…
Non voto per chi, sempre nel nome della libertà, ha aggredito e denigrato la Famiglia naturale – uomo padre, donna madre, figli – costruendogliene accanto altre “pseudo” che pretendono i diritti di quella vera. Per chi, dicendo di voler reprimere la “omofobia”, vuole una legge che in realtà potrebbe chiudere la bocca a noi che sosteniamo – ad esempio – che l’unica famiglia è quella naturale e che le altre (“unioni” di due uomini o due donne) possono essere qualsiasi cosa ma non sono “famiglia”: affermazione che, per un giudice protagonista e “primo della classe”, potrebbe suonare “omofoba”, cioè offensiva nei riguardi degli omosessuali e, quindi, passibile di codice penale! Sto parlando del “disegno di legge Zan”: “Il disegno di legge Zan, subito!” vociava l’on. Letta del Partito Democratico, alla festa dell’Unità, il 13- IV-2021. Tale “disegno”, bocciato al Senato il 27-X-2021, fra lacrime e rabbia di molti intellettuali, se fosse passato, ci avrebbe impedito di dir male anche del “gender”, scelta libera del sesso o capovolgimento della natura umana che, comunque, già serpeggia nelle scuole tra l’indifferenza di genitori e nonni che si fidano.
Del “gender” Papa Francesco ha detto: “oggi è il pericolo più brutto perché annulla le differenze tra uomo e donna”. Per chi in questi 50 anni ha remato per l’aborto creando un costume contro la natalità e la vita e contribuendo alla tragedia delle “culle vuote” che in un prossimo futuro – stante la pressione dell’Islam! – potrà avere sempre più gravi conseguenze per il popolo italiano; ricordo qui la stolta ironia di una conosciuta signora femminista, 1980, che, visitando una scuola elementare di Rozzano, riservava a qualche insegnante incinta: erano gli anni in cui nascevano i miei figli e il modo ancor m’offende perché toccò da vicino la mia famiglia; mi resi conto allora che non si trattava di un singolo episodio magari di cattiva educazione ma di una mentalità diffusa nella parte politica a cui apparteneva la signora. E ironia riusciva a fare il “ViviRozzano”, ancora nel 2003, a proposito dell’assegno di mille “euri” che un ministro – era un leghista – aveva finalmente sganciato per ogni neonato: in quella occasione il mensile del nostro Comune lo paragonò al premio che il Duce dava alle famiglie numerose negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso! Ho conservato come cimelio il ritaglio del giornale rozzanese. Ma la battaglia di questi signori in favore dell’aborto sembra non aver fine: il Partito Democratico, infatti, in questi giorni si mobilita affinché venga impedita la presenza di persone che nei consultori aiutino le donne a non abortire e ciò definisce un “gravissimo attacco ai diritti delle donne” (La Verità, 16-IV2024). Ma la presenza di queste persone nei consultori è, comunque, prevista dalla legge 194 del 1978! E allora, perché tanto baccano da parte dei post-comunisti? Non darò il mio voto a chi vorrebbe cancellare i nomi sacri di “padre” e “madre” e sostituirli con “genitore uno” e “genitore due” (a questo proposito mi sono permesso di fare della amara ironia col “foglietto” “Potrà una maestra in classe chiedere al bambino “come sta la mamma?” o “come sta papà?” o dovrà dire “come sta il tuo genitore uno, etc?”, 2021). Ovviamente sono stato d’accordo col ministro, anch’esso leghista, che ha abolito la ridicola dicitura, e con la signora di Fratelli d’Italia che in un pubblico comizio ha gridato “io sono mamma!”, parole normali in tempi normali ma oggi coraggiose e, difatti, hanno provocato critiche perfino feroci nella solita Sinistra: segno, anche questo, di una mentalità diffusa in quella parte politica.
Il mio rifiuto passa anche a chi dall’alto della “piramide” s’è inventato il termine “patriarcato” e lo ha dato in pasto a torme di ragazzette, volto dipinto e anelli al naso, che, non rendendosi conto del peso delle parole, bestemmiano il nome del “padre”, danno l’assalto alla sede di “Pro Vita e Famiglia” ed eroicamente si scontrano con la polizia. Non voto per quella parte politica di coloro che nel Consiglio Comunale di Rozzano dell’8-II-2010, votarono contro la esposizione del Crocifisso nell’Aula Consiliare, imitando una analoga votazione delle “massonerie” di Strasburgo del 3-XI-2009 (v. il mio scrittarello del 2010: “Il Crocifisso: Rozzano come Strasburgo?”). Ricordo che allora con una mozione si fece promotrice dell’“esposizione” la signora Perazzolo della Lega.
Si dirà che sono piccole cose di un comune italiano qualsiasi, ormai passate e lontane nel tempo e che non varrebbe la pena riesumare e rimestare. Certo, la salvezza del mondo non dipende dalla semplice affissione di una “croce” inchiodata a una parete, né essa può trarre dal bisogno i cinque milioni di poveri che vivono in Italia oggi, né salvarci dal dramma della sanità che da anni va a rotoli o risolvere il problema dei migranti… Questo è vero. Tuttavia la negazione del Crocifisso nei luoghi pubblici assume un significato emblematico: rappresenta in modo plateale la cancellazione del segno più sacro della nostra Religione e della migliore storia italiana col conseguente imbarbarimento della società: i post-comunisti, oggi, dimostrano di essere i primi operatori di tale cancellazione; ora, infatti, avendo ripudiato il Cristianesimo, forse per loro ancora la marxiana “religione oppio dei popoli”, in nome del “multiculturalismo” si sono ridotti a difendere accanitamente – nientemeno! – il “Ramadan” e le moschee di una religione che non conoscono e a noi estranea se non ostile: il loro è un “cupio dissolvi” (delirio di autoannientamento) che sbalordisce perché li fa apparire come quegli impazziti che tagliano il ramo su cui stanno seduti!
Non voto per coloro che in questi 79 anni – la vita di un uomo! – hanno tenuto vivo il fascismo per combatterlo eroicamente solo dopo la sua morte avvenuta nel 1945 in seguito alla sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. I comunisti, prima, e i loro seguaci, poi, ne hanno costruito un fantoccio e lo hanno caricato di tutte le nequizie di questo mondo; così il fascismo, secondo costoro, sarebbe stato il “male assoluto” da odiare ancora oggi con tutte le forze. In realtà il fascismo del “ventennio” (1922-1945) non fu “male assoluto” come stoltamente afferma anche qualche autorevole presidente, se è vero che esso, nonostante la dittatura e la sospensione delle libertà democratiche, fu combattuto da pochi coraggiosi, sopportato con acquiescenza da una parte e accettato, talvolta perfino con entusiasmo, da molti Italiani almeno fino alle inspiegabili “leggi razziali” del 1938 e alla discesa in guerra nel 1940, anno dell’inizio della rovina sua e dell’Italia. E, comunque, quel fascismo non potrà più ritornare, nonostante i pellegrinaggi di nostalgici che periodicamente si recano a Predappio per il “presente!” alla Tomba… o il gesto di ragazzotti, cranio rasato, che per protesta fanno innocua ginnastica levando il braccio nel saluto romano…; chi dovesse pensare a un suo ritorno sarebbe un pazzo: la Storia, infatti, non si ripete. Tuttavia la Sinistra, maestra nella invenzione e nell’uso di vocaboli orwelliani, trasformerà il termine “fascista” coi più attuali “sovranista”, “populista”, “nativista”…, insomma perpetuando un “fascismo infinito” (con questo titolo si legga il saggio di FRANCESCO BORGONOVO con prefazione di PIERANGELO BUTTAFUOCO, Lindau, 2022) per colpire in qualche modo i partiti ad essa contrari, oggi maggioranza al governo. Non voto per questa Europa suicida che ha deciso (11-IV-2024) di inserire il cosiddetto “diritto di aborto” nella sua “Carta dei diritti comunitari”.
La Sinistra italiana (Partito Democratico, Verdi, Movimento 5 stelle, + Europa, Azione, Italia viva) ha votato compatta per il “si” a questo “diritto” e ha definito “storica” la votazione. In realtà di “storica” c’è solo la vergogna di una Europa che, ormai in estrema decadenza, accodandosi alla Francia dello gnostico e “cattivo maestro” Macron, non sa più cosa dire al mondo e promuove l’uccisione di bambini nel seno delle madri! Non solo, ma pensa perfino di punire come reato l’obiezione di coscienza di molti medici che, giustamente, si rifiutano di praticare l’aborto. Di fronte a una tale enormità avremmo dovuto suonare le campane a morto di tutte le chiese mentre, al di là di qualche ovvio titolo sui giornali, non è accaduto assolutamente nulla: un segno in più di quella “decadenza” irreversibile dell’Europa di cui si diceva prima! Meditando su alcuni particolari della vicenda, rimango penosamente colpito nel vedere una Alessandra Mussolini, di Forza Italia, che ha votato “si” facendo rivoltare nella tomba il Nonno che negli anni del cosiddetto “male assoluto” aveva istituito l’“Opera Nazionale Maternità e Infanzia”: alla signora non consiglio di chiedere il mio voto ché le risponderei un “NO!” perentorio magari accompagnato da una sonora pernacchia! Non era questa l’Europa che i Padri avevano pensato e voluto nel 1947 dopo la guerra; la loro era l’Europa delle patrie, l’Europa delle meravigliose “cattedrali da Lisbona a San Pietroburgo” e che stupivano Schumann, De Gasperi, Adenauer…; all’Europa della Cristianità e di San Benedetto, delle Abbazie, delle libertà dei Comuni, delle Corporazioni, degli Ospedali, delle Università, della “luce del Medioevo”… che non c’è più, è subentrata quella neopagana dei monetieri e delle “massonerie”; la Grande Europa, pensata da uomini superiori, è stata distrutta dai “nani” miserabili che non si sono arrampicati, come Bernardo di Chartres diceva, sulle “spalle di giganti per poter guardare più lontano” del loro naso: a costoro la Democrazia ha concesso, purtroppo, l’enorme potere di recidere le nostre “radici cristiane”. Prendiamone atto! Qui chiudo l’elenco dei “non voto” per non tediare i cinque pazienti lettori dei miei “foglietti”. Ma avrei dovuto dire pure che non voto per quei Partiti che in un prossimo futuro potrebbero legalizzare l’“utero in affitto”, l’aborto “post natale”, l’eutanasia, magari perfino l’incesto: lo ha chiesto un “Comitato etico” di Berlino che ha invitato il Parlamento a depenalizzare il reato perché “se c’è amore e libera partecipazione, il rapporto non può essere vietato” (Il Giornale, 30-IX-2014), e magari anche la pedofilia anch’essa già richiesta molti anni fa in un “Manifesto in difesa della pedofilia” firmato da Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e altri “maestri” del “68”, pubblicato su “Le Monde” il 26-1-1977 (v. “Il Foglio quotidiano”, 7-IX-2014); queste aberrazioni si intravedono all’orizzonte più o meno lontano… Da tutto quanto ho fin qui detto, si capisce subito che non potrò votare per i candidati della Sinistra ma non perché in quella parte politica sono antipatici o, addirittura, “brutti” e “cattivi” o perché a Bari e a Torino quelli del Partito Democratico hanno comprato o venduto voti ché di ruberie e malversazioni, fin dai tempi di Verre in Sicilia, ce ne sono sempre stati e tutti i politici chi più e chi meno possono essere tentati…
Non voto i candidati della Sinistra perché la loro visione del mondo e i loro principi contrastano – per diametrum – coi miei; sono, infatti, convinto che sulle questioni che io reputo fondamentali come Vita, Famiglia, Educazione… – papa Ratzinger li chiamava “valori non negoziabili” – tra loro e me, cattolico, non possono esserci compromessi di sorta: ci troviamo su due barricate opposte. Forse qualche pacifista con la salvietta multicolore al collo potrà arricciare il naso di fronte a vocaboli forti come “barricate” ormai quasi in disuso completo, ma su alcuni principi basilari è meglio essere chiari onde evitare confusioni! L’atteggiamento intransigente non mi proviene da presunzioni personali, ma semplicemente da una Dottrina la cui giustezza ed efficacia ho potuto verificare studiando la Storia, non quella falsata nei libri di testo correnti nelle scuole e che anch’io sono stato costretto talvolta a correggere per i miei Alunni, né, tanto meno, quella spesso raccontata nelle televisioni dove un pubblico ammaestrato applaude a comando. Ora, la Dottrina a cui ho sempre creduto è quella della Chiesa la quale, al di là di errori, ignoranze, cattive letture di testi, confusioni, tradimenti e perfino ruberie di suoi seguaci, fra tante “agenzie” del Mondo, è quella che, secondo me, ha dato più affidamento durante i secoli e ha creato una civiltà che qualcuno, esperto “biblista” invitato a parlare nelle parrocchie, non riconosce e conciona contro una “Chiesa ancora molto tridentina” e magari “monarchica” e “gerarchica” fin dai tempi di Giustiniano…, e che ora Papa Francesco starebbe demolendo. Ohibò, io ho più di 80 anni, mi sono sempre professato pubblicamente cattolico tutta la vita e non me ne ero accorto, povero me! Con tutto il rispetto, vorrei puntualizzare all’esperto il fatto che la Chiesa “tridentina” ha salvato l’Italia dal protestantesimo a Nord e dall’islamismo a Sud; così, infatti, Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), fondatore della moderna storiografia, riassumeva l’argomento: “Non c’è dubbio che, senza la presenza del Papato a Roma, parte dell’Italia sarebbe diventata una provincia tedesca. E l’altra parte una provincia musulmana” (v. in VITTORIO MESSORI, “Pensare la storia” con prefazione del card. GIACOMO BIFFI, Edizioni Paoline, 1992, p. 561). Ricordo pure che fu la Chiesa “molto tridentina” di Pio XII e Luigi Gedda che nelle elezioni 18 Aprile 1948 ci salvò dal comunismo. La Storia vera è sempre molto complessa! Concludo dicendo che mi reputo un “conservatore”, almeno del poco che ancora rimane della Cristianità. Domanda: la Destra che chiede i voti ha idea di cosa bisogna veramente conservare?
CARMELO BONVEGNA