L’inflazione in Italia è alta più degli altri Paesi nostri principali partner (1). Nonostante questo il governo ha scelto con la legge finanziaria di devolvere 6,5 miliardi in deficit (2) per misure identitarie: aumento flat tax, condono bollette fino a mille euro, bonus fiscale alle società di calcio e poi c’è da capire cosa potrebbe accadere con Pensione quota 103 (3).
La reintroduzione delle accise sui carburanti, per quanto abbia fatto risparmiare 12 miliardi allo Stato, sta avendo un riflesso dilaniante su tutta l’economia e la fiducia di imprese e consumatori, ed è probabile abbia costi maggiori dei 12 miliardi risparmiati.
Cartina al tornasole di questa situazione è il risparmio degli italiani: dal 1 gennaio 2019 a luglio 2022 c’era una crescita di 274 miliardi, ma dopo soli tre mesi i depositi sono calati del 2,74%, 50 miliardi… aspettiamo i prossimi dati per confermare che i risparmiatori stanno erodendo i loro soldi per la “vita corrente”.
Aggiungiamo le scaramucce sul pos (4) che, per fortuna, non sono andate come il governo voleva e il fatto che dal 1 gennaio il limite per i pagamenti in contanti è salito da 1.000 a 5.000 euro.
Tutto questo non aiuterà a far calare l’inflazione e peserà di più sulla borsa della spesa. Anche perché in Italia tutto diventa più drammatico per il fatto che il problema principale, più che l’inflazione, è il basso livello dei salari (5) a fronte di un alto costo fiscale che, di conseguenza alimenta molto l’evasione fiscale.
Di tutto questo in finanziaria non se ne trova traccia.
Sembra proprio che, a parte il trend europeo di ridimensionamento dei tassi inflattivi, non ci sia una nostra azione specifica per farvi fronte e le comunque scarse energie a disposizione si preferisce utilizzarle per identità e sovranismo: che, per semplificare, ha la sua massima espressione nella presunta difesa del “made in Italy” in qualunque occasione (6): il complotto contro il nostro Paese è visto, per esempio, anche nella difesa delle etichette alimentari rifiutando le innovazioni proposte dall’Ue (Nutriscore – 7) e nel presunto attacco al vino (8).
Tutte cose che forse possono portare consenso immediato, ma che nel breve e lungo respiro non reggono, soprattutto quando i “consenzienti” vedranno le loro tasche sempre più bucate.
NOTE
1 – dicembre 2022: 11,6% Italia, 5,9 in Francia e 8,6 in Germania
2 – https://www.mef.gov.it/focus/Le-principali-misure-della-manovra-2023/
3 – https://www.trend-online.com/pensioni-lavoro/pensione-quota-103-quanto-perde-2023/
4 – https://www.aduc.it/articolo/lezione+pos_35601.php
6 – è di ieri anche l’aggiunta al coro del ministro degli Esteri… come se non avesse problemi da affrontare e tutti stavano aspettando la sua esternazione: https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/ue-tajani-c-e–un-attacco-alla-dieta-mediterranea-e-al-made-in-italy-nRC_23012023_1750_471194109.html
7 – https://www.aduc.it/articolo/etichette+alimentari+europa+battaglia+esplosiva_35625.php
8 – https://droghe.aduc.it/articolo/etichette+alcool+vino+come+italia+ha+deciso_35735.php
Vincenzo Donvito Maxia