Poveri noi: in rialzo deficit e debito…

Avendo ceduto tutte le leve per poter gestire in autonomia la nostra economia e, avendo inserito nella nostra Costituzione il “Pareggio di Bilancio”, è venuto meno il “bisogno” di avere ai posti di comando uomini che abbiano le capacità di fare politiche economiche degne di questo nome.

Prova ne sia che Il rapporto debito/PIL oggi, è al 138,6% in salita (si prevede tocchi quota 141,7% nel 2025, la €U ha già annunciato l’intenzione di aprire una “procedura” contro l’Italia). Il deficit, che secondo le stime del governo doveva assestarsi al 3,7%, ha già toccato quota 4,4%, nel 2025 si prevede un ulteriore aumento al 4,7. Dal 2014 a oggi, nonostante la scure dei tagli nella P.A., nonostante l’aumento delle tasse, delle privatizzazioni e delle cessione di aziende pubbliche, il “debito pubblico” è passato da 2.203 miliardi a 2.894 miliardi di €uro a marzo 2024, quasi 700 miliardi di €uro in 10 anni, una media di 70 miliardi l’anno a fronte di un peggioramento dei servizi in ogni comparto statale a cominciare dalla sanità, passando per la scuola e l’università, la difesa e la tutela del territorio per finire alla stato di decadimento delle nostre infrastrutture.
La situazione si presenta drammatica, e allora il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, per far fronte a questo disastro economico/finanziario, ha trovato la soluzione, avviare la cessione del 2,8% del capitale sociale di Eni che porterebbe nelle casse dello Stato, pensate un po’ nientepopodimeno che ben 1,4 miliardi di €uro.
Un incasso ridicolo per il bilancio dello Stato, che non risolve il problema e che regalerebbe redditività ai soliti “amici”. Ci sarebbe da chiedersi quanti miliardi abbiamo mandato all’Ucraina dal 2022, ma qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Invece pare solo questione di tempo, quando il Colosseo e la torre di Pisa o l’anfiteatro greco di Taormina saranno messi in vendita, magari attraverso un’asta “mondiale”, poi si passerà alle coste e alle spiagge (a quelle ci hanno già pensato con la Bolkstain), e poi venderemo Roma e Verona, Firenze e Venezia, Napoli e le Isole Eolie, perché no… magari organizzando un nuovo “Britannia”.
Ma il “debito” quello, ci sarà sempre, perché nei fatti è inestinguibile, mentre continueremo a pagare gli interessi e ci priveremo di industrie e aziende di Stato nei settori strategici. Ancora oggi tanti, troppi, si rifiutano di vedere che esiste un’altra verità, ed è proprio lì sotto i loro occhi, ma non riescono a uscire dalla loro condizione di schiavi.
D’altronde siamo o no quella società che avuto bisogno che gli si imponesse un seggiolino auto con avvisatore anti-dimenticanza bambini, le stesse persone che, col piffero, dimenticherebbero lo smartphone. Chi ci ha portati fino a qui, sono gli stessi che oggi vi chiedono il voto, che vi parlano di libertà e “autonomia”, che fanno i mea culpa e che non vedono di cambiare la €U dall’interno.
bigiu