Ora che i prezzi dei carburanti alla pompa sono tendenzialmente diminuiti, ci si aspetterebbe che tutti i prezzi che in queste settimane (soprattutto post-belliche) avevano subito un aumento, seguano la tendenza. In teoria. Ché il mercato non è un meccanismo matematico, ma di tutto e di più: produttori, grossisti, dettaglianti e consumatori. Dove questi ultimi sono quelli che hanno una sola, e per quanto determinante, possibilità: scegliere se e dove acquistare.
Qualcuno ha mai visto prezzi che calano, soprattutto in un contesto di totale incertezza a causa della guerra e di tutti i comparti che hanno sempre un motivo specifico per crescere? Non ci risulta.
Quindi occorre che i consumatori stiano più attenti che mai. Giuridicamente possono fare poco se non, in alcuni casi specifici, denunciare eventuali cartelli fatti da alcuni produttori.
Qualcuno ci dirà che ha presentato denunce contro i prezzi alti presso tribunali, prefetture, Comuni, città metropolitane, camere di commercio, guardia di finanza, etc…. Ma è bene ricordarsi che si tratta di fumo – consapevole o meno poco importa – per cercare di credere di fare qualcosa a beneficio dei consumatori.
La realtà è quello di un mercato che è bene che ci teniamo ben stretto soprattutto di fronte alle reiterate richieste di prezzi calmierati, ché nel caso si tratterebbe di far decidere i prezzi ad alcuni burocrati di Stato rispetto ai veri attori di produzione e consumo.
Nelle difficoltà crediamo sia bene far fede al mercato, senza il quale berremmo tutti la stessa acqua, mangeremmo tutti lo stesso pane e pasta, andremmo tutti a vedere lo stesso film, ascolteremmo tutti la stessa musica, andremmo tutti agli stessi ristoranti, etc. Se ci piace scegliere, il prezzo da pagare è di essere in costante osservazione, facendo valere il proprio potere. Col vantaggio, molto importante, di essere parte di una comunità economica come l’Unione europea.
François-Marie Arouet – Aduc