Messina – Ogni fine agosto si torna a parlare di partenze intelligenti e viabilità nel caos per attraversare lo Stretto di Messina. Ogni fine agosto da oltre trent’anni. Quelli più bravi di me che scrivono sui giornali e non sui muri, hanno sempre la soluzione in tasca: peccato che al di là delle chiacchiere non sembrano così bravi a risolvere il problema. Amministrazione dopo amministrazione la città resta prigioniera di auto e caravan ogni fine agosto. “Ma che colpa abbiamo noi”?
Ma intanto, che fine ha fatto il sindaco sceriffo Scatenato che a parole è l’unico difensore della città? Agli imbarcadero dei traghetti privati è successo quel che è successo, e il sindaco Scatenato parla pochissimo, se ne sta più chiuso di una cozza. Ci mancano le sue bischerate con pernacchie incluse e sproloqui, contro le Istituzioni. Ci manca da sempre anche la fiducia nel buon governo della città, formidabile veicolo in campagna elettorale e inadeguato come segnalatore di sciagure imminenti, nel rapporto tra prefetti e sindaci. E’ chiaro che il caldo di agosto gioca contro, anche nel weekend, e poi per forza c’è gente che rema contro, che ha esaurito la pazienza e rema contro, e tutto è visto come una trama contro.
Visti quelli che sfilano contro il caos viario, a Messina, lette storie di volontari, di infermieri, medici, di operai, di studenti, tornati in città per lavorare, per salvare la gente, per dare fiducia ai giovani ho pensato che parte di Messina si meriterà pure questo sindaco Scatenato, ma parte no. Meriterebbe di meglio, perché è migliore. Di lui. Di chi l’ha messo su quella poltrona per farsi i cavoli suoi. Di tutti coloro che parlano, parlano, parlano ma sotto sotto, bussano alla porta per ricevere le caramelle. A ciascuno il suo circo, arrivederci e grazie al prossimo fine agosto.