Messina – E’ accaduto a Buzzanca, Genovese e perfino al pacifista/combattente Renato Accorinti: qualche volta un sindaco non ottiene il consenso della platea e, ancora più temibile, quello della Legge.
Il caso Amam scuote Palazzo Zanca e non solo, con il Cda dell’Azienda Meridionale Acque Messina, che si dimette perché avverte troppa negatività su di sé. Il gesto ha provocato i toccanti commenti di alcuni consiglieri comunali e persino lo stesso sindaco si dichiara dispiaciuto per come la platea ha trattato quei valorosi dirigenti dell’Amam…
Signor sindaco, questo è un territorio complicato e difficile: una mattina scopri che l’acqua da queste parti vale una fortuna e perché no una poltrona in Giunta.
A noi pare che quello che sta accadendo ultimamente a Messina non è propriamente una guerra dei poveri. Chi gestisce la città non ha la faccia sporca, mani callose per aver impugnato zappe e falci. E soprattutto, non ha generazioni di fame alle spalle. No, queste persone non sono autonome, sono guidate da automatismi: gli arrivi e le partenze sono regolati da impulsi. Più che professionisti prestati alla politica sono macchine controllate da altre macchine a loro volta manipolate da un Sistema. E non c’è posto per la dignità umana. Il professionista nominato non può contare sulla generosità del conducente. Ovviamente, quando il gioco non garba più al gran capo, ci sarà la brusca frenata e tanti saluti all’etica. Perché nulla può accadere di imprevisto.
Anche in questa strana guerra dei poveri il Sistema ha vinto: un assaggio di quella civiltà/democrazia cara a Cateno De Luca. E se riflettete potete notare come l’autonomia delle persone cambi le regole, le norme e l’insieme dei rapporti. E così il professionista nominato dal Sistema / De Luca deve uniformarsi alla filosofia, alla democrazia e all’anima della macchina guidata dal sindaco Cateno Basile, che è, appunto, senza filosofia, senza democrazia e senz’anima.