Messina – Due o tre concetti sulla città che sogna il Ponte e ama gli ultimi (a parole). Se diamo uno sguardo ai nostri personalissimi appunti ci rendiamo conto che molti sono i conflitti tuttora accesi (forse mai si spegneranno). La gestione del potere, del Comune, della città, fa gola ai soliti noti. Sono probabilmente conflitti politici eterni: fra giovani e vecchi leoni; fra uomini e donne di salotto.
Ma il confronto più antico, ormai cronico, è quello fra potere e un certo tipo di giornalismo. In coincidenza forse casuale con la corsa agli affari del Ponte sullo Stretto, questo conflitto ha espresso un’ulteriore, improvvisa fiammata. Metto intanto le mani avanti: sono curioso di vedere all’opera Federico Basile e il suo suggeritore, onorevole Cateno De Luca. E’ giusto dare loro tempo ma non alibi.
Non sono uno comodo, non sono uno semplice e forse, anzi sicuramente, non sono quel tipo di giornalista che garba al potere. Probabilmente per loro non sono un giornalista! Non sono quello che loro desiderano che io sia e quindi dico, a ragione veduta, che i “giornalisti” – come il sottoscritto – hanno torto: hanno sempre ragione i politici e loro addetti stampa di fatto. Hanno ragione quando affermano – lo ripetono in verità da tempo immemorabile – che il guaio di questa città è non avere una informazione degna di questo nome. Lo dicono loro, non io, per capirci… e aggiungono pure che i giornalisti sono arroganti, servili e invidiosi. Da un lato. E dall’altro, però li invitano ai convegni, alle celebrazioni, alle kermesse elettorali – culturali e persino nelle cene dei vip. In una frase: occhi feroci, denti voraci e tanto di occhiali.
Visto che ai loro occhi non sono un giornalista (!) sono ben felice di non partecipare a questi eventi fermo restando – beninteso – che chi fa giornalismo ha sempre ragione, i politici sempre torto. Il Ponte a chi giova, veramente? A chi porterà soldi, utilità e lavoro? Lo scopriremo presto, lo scopriremo solo esercitando la professione in maniera etica. Però ovviamente questo è il pensiero di un non giornalista, come lo intendono loro. Ovvero, con il potere non c’intenderemo mai. Noialtri non frequentiamo i salotti, non partecipiamo alle celebrazioni, non sediamo in certe tavolate. I politici di Messina sono quel che sono. L’ho detto e lo confermo da semplice cittadino che per l’articolo 21 della Costituzione ha diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.