Ridateci l’informazione, grazie

Ridateci l’informazione. E’ l’appello che rivolgiamo a tutti i media perché dedichino due minuti delle loro riunioni di redazione a capire meglio come organizzare le loro emissioni.

Non vogliamo insegnare il mestiere a nessuno, parliamo da utenti dei loro servizi, ché non ci basta saltellare da un media a un altro per soddisfare le nostre esigenze di differenziazione e quadro complessivo di cosa accade in Italia, in Europa e nel mondo.

Dopo che abbiamo assistito ad autorevoli tg che durano in media 30 minuti dove i primi 20 erano dedicati alla querelle del ministro San Giuliano, e solo dopo, di corsa, abbiamo soddisfatto le nostre esigenze di sapere, per esempio quanti morti c’erano stati in Medio Oriente piuttosto che in Ucraina (alcuni non ne hanno neanche parlato), quale ragazzo italiano fosse stato ucciso per strada da un suo coetaneo o quanti altri 17 ragazzi/studenti fossero bruciati vivi in un Paese dell’Africa o ammazzati a pistolettate in qualche scuola Usa, o quante decine di morti si erano aggiunti alla conta quotidiana sudanese, nonché il maltempo che flagella parte della nostra penisola…. Certo, in buona parte del tempo restante è stato trovato lo spazio per parlare del calcio nostrale e dei suoi “simpatici” tifosi, e le formule 1, 2 e 3 e il tennis di quelli che portano i nostri soldi all’estero come fosse mangiarsi una pizza sottocasa… dimenticandosi delle Paralimpiadi di Parigi…..

ma anche questo tempo sportivo ha dovuto “soffrire” in quei soli dieci minuti rimasti a disposizione dopo le vicende del noto ministro.

Certo, abbiamo in parte soddisfatto la nostra sete di informazione andando su media non italiani (Francia, Usa, Uk e Spagna), ma ci siamo sentiti frustrati e anche perplessi ché alcuni di questi media italiani sono quelli per i quali paghiamo l’imposta per il possesso di un apparecchio tv.

Sappiamo che questo pensierino sarà molto ignorato da chi ha il potere mediatico e crede in questo modo di plasmare l’opinione pubblica… ma al momento ci accontentiamo di quelle poche centinaia di migliaia che seguono il nostro web e i nostri social.

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc