Cercare di migliorare la convivenza umana introducendo sempre nuove regole per rivestire e disciplinare ogni condotta è un tentativo titanico e forse inutile…
Ove si consideri che la libera volontà di uomini e donne ha bisogno, nel manifestarsi del libero arbitrio di ciascuno, di assimilare le ragioni della meritoria condizione civilizzata che si coniughi con il sistema di regolazione degli interessi in gioco. Tuttavia se ci si concentra su sempre nuove e aggiornate norme di comportamento, quasi a definire un galateo di educazione civica, si rischia di costruire uno Stato moralista e criminogeno, laddove si vuole omogenizzare la condotta di tutti secondo schemi rigidi, volendo assecondare le coordinate omologanti del politicamente e moralmente corretto.
Credo, invece, che in un sistema che voglia avere dignità e decoro si debba annidare il valore della libertà di espressione della propria volontà che sia capace di tradursi e concretarsi in coerenza tra valori e condotte, intelligenza che elabora e ricava soluzioni da trovare e applicarsi ai vigenti problemi, sì da dedicare attenzione e cura alla realtà in continuo divenire, che cambia giorno dopo giorno.
Tutto il resto è frutto di un mondo troppo grande che, globalizzato e sempre più conflittuale, porterà alla guerra di tutti contro tutti con il patrimonio culturale ed esistenziale che ciascuno possiede. Ovvero rischiando di trasferire lo scontro entro le mura di ciascun quartiere, perché il clima creato condurrà alla perdita di ogni valore per cui vale lo la pena di appartenere ad una comunità e lottare per essa, giacché il tutto se non viene partecipato si ridurrà a guerra tra singole bande che mirano ad un potere sterile che non convince, perché non costruisce ricchezza da redistribuire, solidarietà da condividere estesamente, rifuggendo il sapere comune che, se diffuso, dovrebbe condurci a pensare e vivere meglio.
Mettere le camicie di forza agli incoscienti, agli irresponsabili ed agli occasionali opportunisti e/o parassiti è cosa benemerita ma insufficiente a dare sbocchi risolutivi. In questo quadro bisogna invece riportare ordine stabilendo una gerarchia di valori che, se assimilata in profondità, renda forti le scelte assunte perché non arbitrarie e renda legittime e condivise le regole che servono a perseguire le cose essenziali della vita. La democrazia, così, luogo istituzionale deputato a normare gli spazi e le relazioni d’insieme, diviene sfera libera in cui l’arte di vivere si traduce in una generosa visione di bellezza che esalta l’uomo, che vive e gode, in un vissuto che si mostra e si dimostra vivo, attento e civile e non può tradursi e ridursi in uno Stato criminogeno, ma che sia capace di ripensare le Istituzioni in politica come nella morale, come momento naturale della coscienza e della vocazione comunitarie volte a valorizzare il meglio ovunque si espliciti … nelle professioni, sì come in tutte le altre esplicitazioni quotidiane.
Rino Nania