In ogni ospedale esiste un “medico dei medici”. Quella persona a cui tutti i colleghi si rivolgono per avere un consulto quando si ha un paziente con qualche criticità. Al Policlinico di Messina uno di questi è Michele Buemi. Forse il più stressato da tutti noi.
Non esitiamo a disturbarlo per ogni esigenza. E lui, con la solita eleganza e professionalità non si tira mai indietro.lo fa col sorriso sulle labbra. E, spesso, con una certa goliardia. La stessa che, probabilmente, ha ispirato il tanto criticato invito alla igiene personale che ha fatto letteralmente impazzire i sacerdoti del politically correct di ogni ordine e grado.
Compreso quel solerte parente che ha segnalato l’accaduto alla stampa. Non mi stupirei se si scoprisse che fa parte di quelli emigrati votanti Lega (quella di Miglio…) che tornano nella loro terra d ‘origine col ditino puntato verso i Terroni e i loro vizi (al Nord è tutta un’altra cosa, si sa…). Quelli che quando trovano i Buemi a Milano sganciano fior di carte da 500 euro per ogni consulto, pur di averlo con l’accento giusto (la S padana li fa vibrare dall’emozione…per una Erre moscia, poi, rischiano anche la sincope…per non dire altro…).
Che le Istituzioni abbiano preso posizione mi pare anche un fatto doveroso, a tutela dell’Azienda e dell’Ateneo. Ma sappiamo tutti che i Buemi a Messina ce li dobbiamo tenere stretti. Perché quelli di Milano quando arrivano qui si prendono le cattedre e poi scappano a gambe levate.
E sapete perché ?
Perché lavorare in questa giungla di disservizi (che noi medici patiamo quanto “voi” pazienti) è impossibile. E non lo è per colpa dei Buemi. I Buemi, a queste latitudini, sono missionari. Bisognerebbe clonarli. Mi piacerebbe avvertire la stessa indignazione quando al Pronto Soccorso o nei Reparti veniamo quotidianamente insultati, minacciati, aggrediti.
Le prefiche del buonismo, in quei casi, non si odono. Per non parlare degli Ordini Professionali. La verità è che chi sa fare, fa e chi non sa fare, parla. Ma sappiate che chi sta in trincea a “provare a fare” in questo Paese si è abbondantemente rotto i coglioni dei vari professori dell’ovvio, custodi del Buonismo. Io continuerò a chiamare il Professor Buemi per ogni consulto. Che sia per un paziente, un parente o un amico. So che lo faranno anche le tigri da tastiera che oggi lo accusano. Senza pudore.
Enrico Nastro Siniscalchi