Un flop annunciato. Quello dei Saldi di fine stagione Calabria e Sicilia (1 luglio), Campania (20 luglio), Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte (25 Luglio)… e tutte le altre regioni dal 1 agosto.
I dati che nei giorni scorsi sono arrivati dalle associazioni di categoria di chi ha già avviato questi sconti sono decisamente sconfortanti. La Confcommercio indica, da un suo studio, un calo del 40%.
La “notizia” praticamente non c’è. Ché forse qualcuno si aspettava un trend diverso?
1 – siamo ad estate avanzata e sempre più difficilmente qualcuno acquista un capo d’abbigliamento per una stagione che sta finendo o per la prossima stagione fra un anno;
2 – la disponibilità economica di chiunque – crisi economica agli inizi e previsione di un baratro nei prossimi mesi – non dà molte prospettive ai consumatori;
3 – i pochi soldi che le famiglie hanno ancora disponibili è molto probabile che li preferiscano investire in qualche giorno di relax nella scoperta/riscoperta del turismo nel proprio Paese. Per rinnovare il guardaroba c’è sempre tempo; e soprattutto
4 – gli acquisti a prezzi scontati si trovano tutto l’anno;
5 – con un online sempre più famigliare grazie al periodo di confinamento che ci ha resi più internauti, sono sempre di più i consumatori che hanno capito che si può risparmiare il 50% del 50% rispetto anche ai Saldi acquistando quando si vuole (anche alle 3 di mattina) e dove si vuole, anche un negozio di Bruxelles, di Madrid o di Milano o Palermo pur abitando in qualche altra parte dell’Unione europea, e magari in un Paese in cui il potere d’acquisto rispetto a quello italiano è anche maggiore. Le regole sono le stesse in tutta l’Unione per qualunque problema dovesse presentarsi in fase di acquisto o post-acquisto (1).
Di fronte a questa realtà ci sorbiamo invece il balletto di istituzioni che si riuniscono per spostare le date di avvio e magari anche rispostarle (come è accaduto in questo mese per alcune regioni), tutto a spese del contribuente. Altrettanto balletto di associazioni di categoria che presentano scenari apocalittici e colgono l’occasione per chiedere ai governi regionali e a quelli nazionali sussidi e agevolazioni.
Ora, d’accordo che la situazione è difficile e non ci sono all’orizzonte grandi soluzioni, ma possibile che ancora non si voglia comprendere, da parte degli amministratori e delle società di categoria (negozi… in diversi lo hanno già capito) che tutto questo balletto non serve a nulla se non a mettersi in mostra come dei fantasmi che parlano al vento? Si abbia il “coraggio” di mettere la parola fine a questo circo dei Saldi. Tutti i giorni, tutte le ore e in qualunque parte dell’Italia e dell’Europa si possono comprare le stesse merci (e anche migliori) senza che l’autorità ci dica che è possibile farlo. E’ una delle libertà che abbiamo conquistato: alimentiamola, diffondiamola e teniamocela stretta.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc