Salvini e Di Maio annunciano la guerra all’Europa e a rimetterci sarà il popolo. I due vicepremier non vogliono rispettare le regole comunitarie che abbiamo sottoscritto e dichiarano apertamente che non ne terranno conto. Come dire che un condòmino ha deciso di non rispettare le norme comuni e decide di collocare il proprio sacco di rifiuti presso la porta di altro condòmino, perché è troppo oneroso gettarlo nell’apposito cassonetto.
Vediamo lo schieramento.
L’Italia ha il 12% della popolazione europea e l’11% del Pil europeo. Alle prossime elezioni europee i sondaggi rilevano che i legastellati avranno il 7% della rappresentanza europea, il che smentisce il desiderio salviniano di guidare e quella dimaiese di spazzare l’Europa, anche nel caso di alleanze con altre formazioni analoghe.
Sul fronte internazionale l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il Fondo Monetario internazionale (FMI) e la Banca centrale europea (BCE), organismi dei quali fa parte l’Italia, hanno fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato.
Sul fronte nazionale la Banca d’Italia, la Corte dei Conti e l’Ufficio parlamentare di bilancio (UpB) hanno fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato.
La Commissione europea ha fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato, sollecitandone una revisione.
Vediamo il “fronte” interno.
L’Italia ha un debito pubblico di 2300 miliardi di euro, il secondo più alto d’Europa (lo scorso anno abbiamo pagato di interessi sul debito qualcosa come 66 miliardi, il prossimo anno dovremo collocare 380 miliardi di titoli pubblici), investimenti in fuga (solo ad agosto 17,4 miliardi), dal 4 marzo, giorno delle elezioni, a oggi il valore di mercato di obbligazioni e azioni quotate a Piazza Affari è diminuito di 198 miliardi di euro, se si aggiungono i titoli di stato detenuti da Bankitalia e da investitori esteri il passivo arriva a 304,7 miliardi, una economia sommersa di 208 miliardi, una evasione fiscale di 108 miliardi, una malavita organizzata diffusa, nonostante siamo il terzo Paese al mondo per numero di poliziotti rispetto agli abitanti, una burocrazia asfissiante e una giustizia che definire lenta è un eufemismo. Siamo attivi con le esportazioni ma in un quadro di rallentamento economico.
Con queste “truppe” Salvini e Di Maio ci vogliono portare alla guerra contro la Ue, gli organismi internazionali e nazionali e i mercati, cioè gli investitori, italiani ed esteri.
Insomma, tanti “nemici” tanto onore, dicono Salvini e Di Maio, solo che la guerra la combatte il popolo, che ne pagherà le conseguenze.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc