Sciopero trasporti. Necessario prendersela coi consumatori?

Tra sciopero dei treni, in parte degli aerei, e trasporto pubblico locale, è un lungo fine settimana di passione, che dai primi dati che arrivano sembra stia funzionando: i problemi per l’utenza ci sono, e tanti.

Le motivazioni dello sciopero sono meno “notiziate” che non i disagi, ma sono sempre le stesse: mancanza di rinnovo dei contratti scaduti, maggiore sicurezza e – magari non ci credono neanche gli scioperanti, ma fa sempre effetto – “adeguamento salariale che permette di contrastare la perdita del potere  d’acquisto causata dall’inflazione”… cioè: scala mobile.

Glissiamo sulle aspettative di scala mobile… che sarebbero la fine dell’economia di mercato… e domandiamo:

Che bisogno c’è di arrivare a forme estreme di manifestazione, come lo sciopero, per il rinnovo dei contratti e per il rispetto delle norme di sicurezza e/o il loro miglioramento quando dimostrano deficit? Le parti giocano a sfinirsi una con l’altra, ed entrambe giocano sulla pelle dei consumatori, principali vittime dello sciopero, e a cui nessuno rimborserà nulla di viaggi e trasporti saltati o costretti a farli in modo più costoso, più caotico e più inquinante e dannoso per tutti (mobilità privata).

Saremo più civili e rispettosi solo quando arriveremo ad avere datori di lavoro che rinnovino i contratti prima che gli stessi scadano e lavoratori (e sindacati) che manifestino il loro disappunto non penalizzando i consumatori. Perché lo sciopero deve essere “assenza di servizio” e non penalizzare solo la controparte presunta inadempiente? Con l’astensione del lavoro da parte dei controllori dei biglietti, invitando quindi i consumatori – se lo ritengono opportuno – a non acquistare, pur viaggiando, i biglietti stessi? Si pensi ai casellanti, nonché il blocco dei sistemi automatici di controllo, delle autostrade…. lo sciopero c’è ma gli utenti non sono danneggiati.

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc