Che il decreto legge sulla Scuola e il disegno di legge di Bilancio non avessero convinto i sindacati firmatari di contratto costretti a rincorrere l’Anief, il quale in tempi non sospetti, già il 12 novembre scorso durante il dibattito parlamentare, aveva indetto uno sciopero generale e organizzato una manifestazione davanti Montecitorio, c’era da aspettarselo: era troppo evidente la paura di perdere le tessere di migliaia di precari delusi dalla politica, dal Governo e dagli accordi presi a Palazzo Chigi.
COME SI È ARRIVATI ALLE DIMISSIONI
Che questo stato di agitazione tardivo del 15 dicembre si traducesse in conciliazione immediata, già quattro giorni dopo, con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, da tutti invitato a non dimettersi e incoraggiato a lottare per ricevere più risorse per scuola e università, con un verbale di conciliazione che prometteva soltanto l’apertura di nuovi e diversi tavoli politici, già appariva strano: sembrava quasi un tradimento per quei precari che ancora attendevano una risposta.
Che il titolare di Viale Trastevere si dimittesse due giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della riorganizzazione del suo ministero, in pieno Natale, dopo che il ministro dell’Economia e delle Finanze ribadiva alla stampa di aver investito già due miliardi nel settore della conoscenza, non ce lo aspettavamo neanche noi; figurarsi i precari che già vorrebbero organizzarsi in un altro sciopero. Che dire: in Italia l’istruzione e la ricerca si confermano i settori più controversi al mondo.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Non vogliamo discettare sulle ragioni di Fioramonti, sta ai suoi compagni di maggioranza trarne le conseguenze – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Chiediamo invece al Presidente del Consiglio che agisca con chiarezza: quella a cui non si è mai sottratto. Chiarezza su cosa intende fare il suo Governo nel resto della Legislatura per la Scuola, l’Università e la Ricerca, settori strategici per il Paese, chiarezza su chi dovrà portare avanti in seno al Consiglio dei ministri questa politica con autorevolezza e con un programma di largo respiro che sia immune dalle continue emergenze economiche”.
“Perché – continua Pacifico – investire in Scuola, Università e Ricerca, assegnando finalmente risorse umane e finanziarie in questi settori, significa rilanciare l’economia della nostra Italia. Noi, come Anief, come sindacato autonomo, siamo pronti al confronto, forti del consenso dei lavoratori e fermi nella ricerca, nella tutela del diritto, pronti per realizzare un mondo più giusto, equo e solidale grazie ai cittadini del domani: i nostri studenti. Le mobilitazioni sono strumentali al confronto, il confronto a soluzioni corrette e condivise. Se entro fine anno sarà nominato il nuovo titolare di Viale Trastevere, già prima dell’Epifania noi siamo disponibili ad un primo incontro, durante il quale – conclude il sindacalista autonomo – concordare una nuova e risolutiva agenda programmatica”.