Come si suol dire, ci cadono le braccia. Nel periodo acuto di infettività da Coronavirus, abbiamo visto filmati che rivendicavano l’Italia storica: dall’impero romano a Michelangelo e Dante, dalle bellezze paesaggistiche alle qualità agroalimentari. Si protestava perché eravamo in difficoltà e, nonostante la nostra storia, l’Europa era sorda agli appelli.
L’Europa ha risposto con aiuti sanitari, ma per il 52% degli italiani il paese più amico è stata la Cina.
L’Europa ha risposto con prestiti a tasso più che agevolati e finalizzati all’emergenza sanitaria, vedi il Mes, ma Di Maio, Salvini e Meloni paventano la fregatura, contando sulla non conoscenza del popolo dei trattati europei.
L’Europa ha risposto mettendo a disposizione 540 miliardi tra Mes, Sur e Bei e ancora il governo si sta girando i pollici.
L’Europa ha risposto prevedendo 81 miliardi di euro a fondo perduto, forniti dagli altri Paesi europei, ma per Salvini dobbiamo gestirli senza controlli.
L’Europa ha risposto prevedendo 127 miliardi di prestiti trentennali a tasso agevolato, ma il governo non ha uno straccio di progetti da presentare.
L’Europa ha risposto garantendo il 28% dei fondi del Recovery Fund (Next Generation EU) ma Salvini paventa una trappola.
Abbiamo un debito pubblico di 2.508 miliardi e una classifica dei titoli pubblici a BBB-, penultimo gradino della classifica degli investimenti consigliati, cioè a due passi da spazzatura. Per capirci la Germania è ad AAA, la Francia è AA, e persino la Spagna ci supera con A-.
Insomma, stiamo con le famose pezze, tra incompetenza, incapacità, ignoranza e furbizie.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc