“Sono un conta fagioli” dichiara il prof. Marco Ponti, ex professore ordinario del Politecnico di Milano, a proposito dell’analisi costi-benefici del Tav, la linea ferroviaria Torino-Lione.
Il simpatico prof. Ponti, incaricato dal ministro Danilo Toninelli, si riferiva alle passerelle mediatiche di alcuni politici che distolgono dall’attenzione dei numeri.
Che significa contare i fagioli? Significa mettere uno dopo l’altro i numeri a disposizioni e trarre le conseguenze a proposito di costi e i benefici di un’opera.
Già, ma quali fagioli conta e quale valore gli dà il prof. Ponti? In Italia abbiamo 93 tipologie di fagioli. Li consideriamo tutti alla stesso modo, ne escludiamo alcuni e ne valorizziamo altri?
Il prof. Ponti conta tutti i fagioli, noi, invece, facciamo una cernita, confortati nella nostra valutazione da docenti di trasporti ed economia.
In attesa, comunque, che il ministro Toninelli attui quanto promesso in campagna elettorale sull’ obbligo della trasparenza degli atti pubblici e comunichi al popolo l’insieme della valutazione e non parti interessate di essa, ci corre l’obbligo di chiedergli:
1) quali sono stati i criteri di valutazione dell’opera, che dovrebbero essere indicati nel decreto ministeriale di istituzione del Gruppo di lavoro Ponti;
2) l’esito della valutazione costi-benefici del Tav, comprensivi degli effetti giuridico-legali.
Per ora, in assenza della trasparenza, possiamo prendere come punto di riferimento la metodologia usata nella valutazione del Terzo valico.
Il primo errore metodologico è del ministro Toninelli che ha affidato l’incarico ad un gruppo di esperti che si erano già espressi negativamente sul Tav, opera che, in precedenza, invece, aveva avuto pareri positivi.
Aggiungiamo che il simpatico prof. Ponti ci è rimasto impresso nella memoria per un sorprendente articolo che scrisse tempo fa dal titolo: in lode dell’auto. Un osanna alle “magnifiche sorti e progressive” del trasporto su gomma.
Passiamo oltre e andiamo nel merito.
Il trasferimento di persone e merci su treno comporta una diminuzione del traffico su gomma e dell’utilizzo delle autostrade, il che significa che si consumerebbe meno carburante e si pagherebbero meno pedaggi autostradali.
Le imposte sui carburanti sono una componente prevalente del costo finale del prodotto e i pedaggi autostradali sono gravati dalla imposta sul valore aggiunto. Dunque, consumare meno carburante e utilizzare in misura minore le autostrade determina minori entrate per lo Stato.
La diminuzione delle entrate per le imposte sui carburanti e per l’iva sui pedaggi autostradali è il costo principale (a parte l’investimento) delle voci calcolate nella analisi costi-benefici.
Il fagiolo carburante e il fagiolo pedaggio sono aggiunti dal prof. Ponti nella valutazione costi-benefici. E’un errore metodologico gigantesco perché lo Stato non è una azienda che mira ai profitti ma al benessere comune.
Noi riteniamo, invece, che i due fagioli non devono essere inclusi nella valutazione costi-benefici, perché tali non sono, come ci ricorda la Commissione europea che considera le tasse come trasferimenti e non costi.
Se nella valutazione del prof. Ponti fossero escluse le imposte sul carburante e sui pedaggi, la stima dell’opera sarebbe positiva.
Aggiungiamo che il trasferimento del traffico, da gomma su ferro, comporta un minor inquinamento ambientale e una migliore fluidità veicolare.
Insomma, Toninelli con le sue scelte favorisce i petrolieri, considerati inquinatori (vedasi il caso trivelle) e i concessionari autostradali, considerati approfittatori, cioè l’esatto contrario di quanto propagandato prima in campagna elettorale e poi in sede governativa.
L’importante è che il popolo creda alle sue bufale.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc