Dopo che nei giorni scorsi il Garante Privacy aveva confiscato le banche dati clandestine e senza consenso degli utenti di alcune società di telemarketing (1), oggi è la volta, sempre per lo stesso motivo, di sanzioni economiche nei confronti di Tim, Sorgenia e Green Network (2).
Sia chiaro, si tratta di bruscolini, poco più di 7 milioni e mezzo di euro per Tim, 237mila euro per Green Network e quasi 700mila euro per Sorgenia. Importi che “serenamente” non inducono questi operatori a modificare i loro comportamenti illeciti, ma solo a pagarli come una sorta di corrispettivo per risultato di un telemarketing selvaggio che frutta loro miliardi di utili. Lo stesso minimalismo della confisca delle banche dati.
Le dimensioni del fenomeno sono tali che occorrerebbero interventi di una radicalità estrema per riportare il mercato ad un minimo di decenza di legalità. Sono infatti 350 le segnalazioni che il Garante riceve ogni giorno da chi si è iscritto nel cosiddetto Registro delle Opposizioni per non ricevere promozioni commerciali che, comunque, arrivano a dispregio e beffa della normativa.
Qualcosa non funziona quando si sanzionano le aziende di telemarketing, per cui occorre colpire anche i diretti esecutori dei contratti che sono oggetto di questi assalti. In questa direzione sembrerebbero andare le sanzioni di oggi, ma si tratta, per l’appunto, di importi ridicoli, una sorta di pizzo che questi gestori pagano all’Autorità per continuare a violare le norme.
Vedremo se l’azione di oggi del Garante rappresenta un inizio o continuerà ad essere il solito fuoco di paglia.
1 – https://www.aduc.it/articolo/garante+privacy+telemarketing+selvaggio+confisca_36293.php
2 – https://www.aduc.it/notizia/telemarketing+selvaggio+garante+privacy+sanziona_139580.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc