Tutto ha avuto inizio il mese scorso a Palermo, quando GOT e VPO hanno comunicato ai capi dei rispettivi Uffici che a partire dal 1 dicembre si sarebbero avvalsi della facoltà di sospensione facoltativa dalle funzioni. Anche i Vpo di Milano si univano all’iniziativa. Contestualmente, sempre a partire dal 1 dicembre, Sabrina Argiolas e Vincenza Gagliardotto, GOT in servizio presso il tribunale di Palermo, iniziavano uno sciopero della fame che è giunto oggi al nono giorno senza che i rappresentanti istituzionali e i vertici del Tribunale si siano degnati di incontrarle o di prestare la benché minima attenzione al loro drammatico gesto.
Questo sprezzante e irriguardoso atteggiamento ha indignato tutti i magistrati onorari,. Rispondendo all’invito dei colleghi siciliani, un flash mob veniva organizzato in contemporanea a Palermo e a Milano. Altre analoghe iniziative sono state annunciate in tantissime sedi nei prossimi giorni. Inoltre altri colleghi hanno dichiarato di voler condividere lo sciopero della fame e hanno espresso la volontà di sospendersi dalle attività d’udienza nelle prossime settimane.
Si annuncia quindi, una possibile paralisi della Giustizia, considerato che i magistrati onorari trattano e definiscono oltre la metà del contenzioso monocratico di primo grado.
“IL PANE E LE ROSE”
Il 5 dicembre mattina, davanti ai Tribunali di Palermo e di Milano ha avuto avvio una inedita forma di protesta dei Magistrati Onorari. Fermi e distanziati, con una rosa rossa in mano, hanno manifestato solidarietà e vicinanza ai colleghi di Palermo e Milano, che si sono sospesi dalle funzioni per protestare contro il totale abbandono cui la Magistratura Onoraria è condannata anche in periodo di Covid, senza tutele per la salute e senza alcun supporto economico per chi si trovi, per malattia o quarantena, a non poter prestare servizio e dunque a non percepire il già misero gettone di presenza.
Vincenza Gagliardotto e Sabrina Argiolas, giudici onorari presso il Tribunale di Palermo, stanno portando avanti uno sciopero della fame giunto oggi al nono giorno, per chiedere al Ministro Bonafede di intervenire e sanare l’incivile e inaccettabile condizione dei magistrati onorari. Non hanno ottenuto alcuna risposta ma intendono insistere nella protesta anche ponendo a rischio loro salute, e hanno dichiarato che proseguiranno con lo sciopero “finché non arriveranno le ambulanze”.
Si è unita a loro, nel giorno della festa dell’Immacolata, la vice procuratrice onoraria Giulia Bentley, che aveva già preannunciato le proprie intenzioni ma ha dovuto attendere l’esito di alcuni esami e l’autorizzazione del medico curante, essendo ella reduce da un percorso curativo per malattia oncologica.
Che il Ministro, così sollecito nel rivendicare anche sui socials quelli che ritiene buoni risultati della sua gestione, taccia di fronte ad una situazione del genere e di fronte alla disperata richiesta di giustizia di tre magistrati, peraltro nella sua Sicilia, è cosa che si preferisce non commentare perché parla da sola.
Non tacciono invece i tanti magistrati onorari in tutta Italia che col solo passaparola stanno organizzando una serie di flashmob per rivendicare “il pane e le rose “e per offrire solidarietà alle due colleghe in sciopero della fame e ai colleghi di Palermo e Milano che per protesta si sono autosospesi dalle funzioni.
Il flashmob si ispira al cd. sciopero del pane e delle rose (bread and roses in inglese) dei lavoratori dell’industria tessile, svoltosi nel 1912 a Lawrence. Retribuzione e tutele, queste le richieste. Chiederle allo Stato, quale datore di lavoro, non nel 1912 ma nel 2020, è un fatto che dovrebbe indignare non solo i diretti interessati, ma tutti gli italiani.
Ci giungono in queste ore notizie di altri magistrati onorari che intendono unirsi allo sciopero della fame delle colleghe, e di altre sedi giudiziarie in cui si intende aderire all’autosospensione dalle attività d’udienza.
Che una categoria come quella dei magistrati onorari, che opera quotidianamente in uffici aperti al pubblico svolgendo attività ben visibili e certamente non marginali, sia costretta a proteste così eclatanti, induce a riflettere sulla stessa qualità della nostra democrazia. Le richieste di applicare le leggi non vengono prese in considerazione, le minacce della Commissione Europea di avviare una procedura d’infrazione sono ignorate, le sentenze favorevoli ai magistrati onorari vengono interpretate dal Governo in senso contrario.
Il fatto che persino i giudici siano costretti a protestare sotto la pioggia di Milano e sotto il sole di Palermo per avere qualche chances di suscitare attenzione, è una cosa che dovrebbe ferire al cuore tutti i guardiani della democrazia.
Come associazione Assogot “non possiamo più tacere” ci piacerebbe in occasione dei flashmob i passanti si unissero ai nostri colleghi che davanti ai Palazzi di Giustizia chiedono il pane e le rose, che i magistrati di carriera con i quali lavoriamo fianco a fianco uscissero dai tribunali e manifestassero la loro solidarietà, che finalmente il Ministro Bonafede, finora isolato nella sua “turris eburnea”, il Presidente Conte, il Presidente della Repubblica, pronunciassero parole giuste su quella che è un’autentica vergogna nazionale, e facessero in modo che alle parole seguano i fatti.
Cittadini, portate anche voi una rosa rossa dinanzi ai tribunali, per difendere la democrazia e i diritti.
I vostri.
IL DIRETTIVO ASSOGOT