Ma veramente c’è qualcuno che voglia rinunciare al green deal per far guadagnare meglio e di più gli agricoltori? Sembra che questa sia la volontà del governo e, nello specifico, del ministro dell’Agricoltura.
Certo, il Green Deal non è la perfezione. Si pensi che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, massima garante per il percorso ecologico europeo, per dire che ha fatto qualcosa per gli agricoltori ha spacciato per sua iniziativa il blocco dei fitofarmaci (che tanti chiamano pesticidi), quando invece era un provvedimento che era stato già deciso. E altrettanto per una serie di incentivi sui carburanti.
Ma un discorso è dire che il meccanismo ha dei problemi, altro è fare marcia indietro. Marcia indietro come quella della nostra premier Giorgia Meloni che si è rimangiata le agevolazioni Irpef che aveva levato ed ha avviato una qualche scontistica per il carburante e nuove agevolazioni per i cosiddetti giovani agricoltori.
Insomma, tra Roma e Bruxelles, non c’è molta chiarezza e determinazione in quel che si fa per il nostro benessere soprattutto quando si avvicinano le elezioni (europee e anche amministrative in Italia)… perché è di benessere che stiamo parlando, oppure, per esempio, i cambiamenti climatici e i veleni dei nostri cibi sono stata una invenzione elettorale di quei furbastri degli ecologisti?
Certo, gli agricoltori vogliono sostanzialmente più soldi, più di quelli che non hanno già avuto… i trattori con cui entrano a Roma e Sanremo sono stati acquistati coi soldi Ue e, loro che rappresentano il 3% di tutta la forza lavoro dell’Ue, prendono il 30% del complessivo bilancio europeo per il proprio settore.
E cosa fanno i nostri governanti europei e nazionali? Invece di discutere per capire e trovare risorse per venire incontro a queste istanze, rimettono in discussione il benessere e la salute di tutti i consumatori.
A questo punto i consumatori hanno due avversari: gli agricoltori e chi ci governa. Siamo messi proprio male… anche se sentiremo i primi e i secondi che dicono che invece lo fanno per il nostro bene. Nel frattempo non possiamo che registrare che questi nostri benefattori pensano prima a loro (guadagni per gli agricoltori, propaganda e potere per i governanti) e poi al resto.
Nel mezzo, se pensiamo al nostro ministro nazionale dell’Agricoltura, capace solo di cavalcare chi crede gli possa dare maggiore notorietà e decisamente disarmante nelle sue iniziative (si pensi alla carne coltivata)… se pensiamo a Francesco Lollobrigida che ha calcato la mano più di tutti gli altri (insieme al suo alleato per eccellenza Coldiretti) contro l’Europa per sostenere gli agricoltori… ci viene lo sconforto. E abbiamo l’impressione che se, per esempio come chiede il partito dei Verdi in Italia, dovesse alla fine essere dimesso o dimettersi, la situazione non cambierebbe per nulla.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc