“Tappo di Rovezzano”. Si chiama così quell’imbuto fiorentino di pochissimi chilometri, dove passano tutti i treni diretti o provenienti da Roma: alta velocità, interregionali, regionali e merci. Sicchè, basta poco per bloccare per ore tutto il traffico ferroviario. Così è successo ieri, quando un incendio ha mandato in tilt una cabina elettrica.
La magistratura sta indagando per accertare le responsabilità dell’incendio.
I treni sono stati fermati e il caos ha avuto inizio: corse saltate, ritardi infiniti e assalti ai pochi treni disponibili.
La domanda sorge spontanea: si può evitare tutto questo? Si, si può, specialmente se in 3 km è concentrata tutta una struttura ferroviaria.
Il minimo che si possa fare è installare sensori, sistemi antincendio, controlli a distanza, reti antintrusione, ecc., che possono impedire, o limitare fortemente, i danni.
Basta lavorarci, in attesa che il “tappo di Rovezzano” sia aggirato con interventi strutturali.
La responsabilità delle strutture ferroviarie è di Rete Ferroviaria Italiana, una impresa pubblica che, al pari di Trenitalia, è di proprietà di Ferrovie dello Stato, cioè è nostra proprietà.
Il Governo, da cui dipende Ferrovie dello Stato, dovrebbe scusarsi per i disagi provocati agli utenti e informare delle iniziative immediate e future che intende assumere, invece, abbiamo assistito al litigio politichese di due ministri, Salvini e Toninelli, che si sono scambiati accuse sulle responsabilità dell’accaduto. Insomma, l’occasione è buona per un regolamento di conti interno al governo.
Ma non erano il Governo del Cambiamento?
E degli utenti? Chi se ne frega, direbbero i due.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc