“Guardare il dito piuttosto che la Luna”, si usa per dire che, rispetto ad un problema centrale, si tergiversa su aspetti secondari.
Ci riferiamo al “bannamento” di Twitter e Facebook agli account dell’ex-presidente Usa Donald Trump in occasione dell’assalto dei suoi sostenitori al Capitolo Hill lo scorso 6 gennaio. Decisione che fa discutere i sostenitori della libertà d’espressione.
Queste piattaforme sono private, pongono regole, chi non le rispetta è fuori. La questione finisce qui.
Non tergiversiamo sul dito che indica la Luna. Capiamo meglio quest’ultima.
Queste piattaforme sono commerciali e non politiche. E’ sono prone al potere del momento che consente loro di esistere. Finché il potere era Trump (che faceva loro non pagare le imposte e apriva guerre commerciali con Paesi che “pretendevano” il contrario a casa loro), non hanno fiatato sulle loro regole e Trump. Quando il potere è passato a Joe Biden, sono diventate prone al nuovo presidente facendo ciò che ritengono gradito al nuovo presidente.
Queste piattaforme non svolgono la missione delle proprie costituzioni, fanno business. Sono il GAFA (1), al di sopra delle leggi, grazie anche a Trump.
Tergiversando sul dito, non perdiamo di vista la Luna che questo dito indica. Occorre legiferare perché il GAFA non solo paghi tasse come gli altri attori nazionali degli stessi mercati, ma che non siano monopolio e oligopolio.
In questo modo forse non dovremo dipendere da loro per informazione e buona parte degli acquisti. Pur ringraziandoli, allo stato dei fatti, per aver al momento evitato il peggio a Washington (2).
1 – GAFA, acronimo per indicare il potere di Google, Apple, Facebook e Amazon.
2 – https://www.aduc.it/articolo/populismo+ignoranza+nuocciono+gravemente+alla_32208.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc