Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricordato la necessità di vaccinare gli anziani e i fragili. Non possiamo che essere d’accordo e lo diciamo da mesi.
Ora, inizia la caccia ai furbetti della fila e si invocano liste pubbliche, magari da sottoporre al pubblico ludibrio, salvo accorgersi che il furbetto di turno non esisteva o si limita a qualche caso sporadico.
Il presidente Draghi ha sbagliato bersaglio.
Chi programma le vaccinazioni sono le Regioni sulla base di un “programma” di priorità stabilite dal Governo. Il “programma” non è obbligo di legge, per cui ogni Regione ha ritenuto di fare come meglio, o peggio, crede.
Per esempio, il personale socio-sanitario vaccinabile è stato individuato nel termine più ampio possibile, come “dipendenti” sanitari, vale a dire che anche gli addetti di segreteria o il telefonista o il giardiniere sono stati vaccinati.
Per risolvere il problema bastava un decreto che imponeva gli obblighi di vaccinazione agli anziani ultra ottantenni e al personale socio-sanitario specificatamente individuato.
Fare appelli è meritevole, poi occorre governare.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc