Vaccinato tutto il personale sanitario pubblico e privato (coinvolgendo anche quest’ultimo nel piano nazionale vaccini), la cui necessità di immunità crediamo non sia in discussione, ci sarebbero buoni motivi per alcune priorità.
Gli anziani in quanto soggetti più deboli e colpiti dalla pandemia. Tocca all’autorità stabilire da quale età in poi (75/80?).
Tutti gli insegnanti, e il personale scolastico.
Gli studenti da 14 anni in poi, dalle scuole superiori fino all’università inclusa (25 anni?). Le motivazioni che la scuola a distanza (DAD), pur nella sua temporanea utilità sanitaria, sia un disastro, sembra che siano un dato di fatto. Come i contagi che aumentano a scuole aperte. La formazione scolastica è determinante per il prossimo presente e futuro: chi nei prossimi anni farà muovere il Paese umanamente, socialmente ed economicamente, è bene che abbia avuto meno conseguenze possibili dalla pandemia. Da questi soggetti dipenderà il futuro degli attuali “adulti” e dei bimbi che oggi comunque vanno a scuola in presenza. Un investimento sul presente con la prospettiva di danni minori per il futuro.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc