Dopo i 5 agenti arrestati, altri 17 sono indagati nell’inchiesta della Procura di Verona su episodi di torture, maltrattamenti e peculato. Alcuni anni fa EveryOne Group ha diffuso presso le istituzioni europee e italiane una Relazione dedicata alle violenze da parte delle forze dell’ordine su migranti, rom e senzatetto.
Alcuni deputati presentarono, in base alla Relazione, un’interrogazione parlamentare, mentre si occuparono di quella denuncia anche il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea. Da parte nostra, difendendo i diritti umani da tanti anni, ci siamo trovati spesso di fronte a persone in divisa che avevano deviato dalla strada della giustizia e della legalità, trasformandosi in aguzzini. Abbiamo accompagnato alcune delle vittime a denunciare gli abusi, trovandoci di fronte a un vero muro di complicità. Noi stessi abbiamo subito episodi di una gravità inaudita, che tuttavia non è opportuno riferire ancora: abbiamo già superato una vera persecuzione legale a causa del nostro impegno in difesa delle vittime di violenze e altri abusi da parte di persone in divisa.
Le istituzioni italiane e dell’Ue non agirono, nonostante avessero riconosciuto la veridicità e la gravità delle nostre denunce. Così si è proseguito; i colpevoli non hanno pagato per i loro crimini e, al contrario, si sono sentiti ancora più forti e intoccabili. Per fare giustizia, basterebbe ricontrollare l’enorme numero di denunce, da parte di agenti, per “resistenza a pubblico ufficiale”. Dopo un pestaggio, dopo le torture e le umiliazioni, nell’80% dei casi le persone in divisa presentano tale tipo di denuncia, per porsi al riparo da qualsiasi conseguenza. Un’inchiesta seria, in profondità, porterebbe a galla gravissime responsabilità in orrendi crimini, che non si limitano a percosse e maltrattamenti. Da parte nostra, raccogliamo ancora oggi testimonianze di abusi nei confronti di rom, migranti, senzatetto, giovani. Anche i giovani, quando non appartengono a famiglie influenti, subiscono spesso atti di incredibile brutalità e oscenità, tanto che, al termine degli stessi, se ne vergognano talmente da cercare solo di dimenticare. Ma le loro vite, come quelle delle altre vittime di abusi istituzionali, non tornano mai quelle di prima. Spero con tutto il cuore che non si cerchi ancora una volta di insabbiare una delle forme più odiose di abuso di potere e che da Verona inizino a essere applicati protocolli di controllo dell’operato delle persone in divisa.
Roberto Malini