Torino – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno dato esecuzione, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal competente Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di 8 persone, gravemente indiziate della commissione, in concorso tra loro, di reati di usura ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.
L’operazione, denominata “VITTORIA”, è stata avviata nell’agosto 2020 e ha consentito di rilevare evidenze probatorie circa plurimi e ripetuti fatti di usura ed estorsione che sarebbero stati commessi da una famiglia di origine siciliana e da altri soggetti alla stessa collegati, operanti essenzialmente su una specifica area della città di Torino, in particolare ai danni dei commercianti del mercato rionale di piazza della Vittoria.
Le indagini hanno consentito di appurare che gli indagati, approfittando anche della situazione di necessità derivante dalla crisi aggravata dell’emergenza pandemica, avrebbero concesso alle vittime prestiti a tassi di interesse addirittura pari anche al 240% annuo, ponendo in essere condotte estorsive finalizzate al recupero degli stessi.
I successivi accertamenti, condotti attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di raccogliere gravi indizi in ordine alle modalità di espressione della forza intimidatrice da parte degli indagati, tale da generare una condizione di grave assoggettamento delle vittime e l’omertà rispetto agli organi inquirenti, tipica del metodo mafioso. Aggravante, questa, contestata dall’Autorità giudiziaria procedente.
Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, il G.I.P. presso il Tribunale di Torino, ravvisando in capo agli indagati i gravi indizi di colpevolezza nonché il pericolo di reiterazione delle condotte criminali, ha disposto l’odierno provvedimento restrittivo della libertà personale.
L’indagine si inserisce nel quadro delle attività condotte dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’usura, odiosa pratica criminale che tende a ottenere ingenti guadagni anche attraverso lo sfruttamento dello stato di bisogno di soggetti in evidenti difficoltà, ancor più aggravato dal congiunturale periodo di crisi economica.