Macaluso: su Borsellino c’è guerriglia tra poteri

L’ex senatore comunista Emanuele Macaluso, direttore del Riformista, grande esperto da politico e da giornalista delle inchieste antimafia, interviene con un’intervista concessa al Corriere della Sera sulla svolta nelle indagini sulla strage di Via D’Amelio, nella quale trovò la morte il giudice Paolo Borsellino.

"A me sembra – dice Macaluso – che ancora oggi sia in atto su queste indagini una guerriglia tra poteri dello Stato, tra apparati investigativi e tra pezzi di magistratura. Guerriglia che continua e che fa delle vittime tra le quali non ho alcuna difficoltà a inserire l`ex generale dei carabinieri Mario Mori che è attualmente sotto processo a Palermo proprio perché accusato di aver condotto questa trattativa".

Sulla svolta attuale, secondo la quale Borsellino è stato assassinato perché ritenuto un ostacolo sulla strada della trattativa tra mafia e Stato, Macaluso dichiara:"Può anche darsi. Io dico che questo è il tema ma a certe domande ancora non è stata data una risposta".

"La procura nazionale antimafia, guidata da un magistrato di valore come Grasso, dovrebbe – secondo Macaluso – prendere in mano questa situazione. Qui si chiamano in causa Scalfaro, Amato, Martelli, Mancino e ora anche Mannino viene indagato su questo versante mentre a Palermo sono sotto processo il generale Mori e il colonnello De Donno. Da Caltanissetta ci dicono che della trattativa erano informati i vertici dello Stato mentre i magistrati di Palermo accusano due ufficiali dei carabinieri di aver condotto quella trattativa. Delle due l`una. Ci vorrebbe infatti un punto di chiarezza e solo la procura nazionale può farlo".