Si è chiuso il secondo capitolo del filone principale del processo Parmalat, che ha preso il via di fronte alla terza sezione penale della Corte d’appello di Bologna il 12 dicembre 2011. I 15 imputati, già condannati a Parma nel dicembre 2010 per il crac di 14,5 miliardi di euro scoperto nel 2003, erano accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta. A Bologna, il presieduta della Corte Francesco Maddalo, ha letto la sentenza in secondo grado.
Per Calisto Tanzi sono stati chiesti 17 anni e 10 mesi di reclusione, per il suo più fidato collaboratori, l’ex direttore finanziario della multinazionale del latte Fausto Tonna sono stati chiesti 9 anni, 11 mesi e 20 giorni di reclusione. Per il fratello dell’ex patron Giovanni Tanzi, allora vicepresidente del gruppo, la Corte ha dichiarato "inammissibile l’appello" della Procura di Parma. Ecco le richiesta della Corte per gli altri 12 imputati, a cui è stata ridotta, anche se di poso, la pena prevista in primo grado. Per alcuni la Corte ha giudicato "inammissibile" l’appello della Procura di Parma.
Per Sergio Erede, ex membro del cda di Parmalat finanziaria, il Tribunale di Parma aveva già derubricato il reato in bancarotta semplice, condannandolo a 1 anno e 6 mesi (pena sospesa), la Corte d’Appello di Bologna, dopo una settimana circa di camera di consiglio, lo ha condannato a un anno di reclusione. L’ex direttore commerciale di Parmalat, Domenico Barili, è stato invece condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione (in primo grado era stata chiesta una condanna a 8 anni e 4 mesi); per Luciano Silingardi, ex membro del cda di Parfin, (in primo grado condannato a 6 anni e 4 mesi) è stato dichiarato "inammissibile l’appello formulato nei suoi confronti dal Procuratore di Parma; a Paolo Sciumè, ex membro del cda di Parfin, un leggero sconto di pena a 5 anni e 3 mesi di reclusione (5 anni e 8 mesi in primo grado); Fabio Branchi, ex a.d. di Hit ed ex sindaco di Parmalat, è stato condannato a 4 anni, 10 mesi e 10 giorni (prima la condanna era di 5 anni e 2 mesi); per Rosario Calogero, ex revisore e poi manager del gruppo, una condanna a 4 anni e 7 mesi (prima 5 anni e 1 mese); per l’ex manager di Hit Camillo Florini, 4 anni e 1 mese (contro i 5 anni chiesti precedentemente). Confermata la pena a Giovanni Bonici, ex presidente di Boniat e Parmalat Venezuela, con 4 anni e 10 mesi di reclusione. Mario Mutti, ex membro del cda di Parfin, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione (contro i 4 anni chiesti precedentemente). Per Davide Fratta, ex sindaco di Parmalat spa (condannato in prima a 4 anni di reclusione), per Sergio Erede, ex membro del cda di Parfin, (per il quale era stato chiesto 1 anno e 6 mesi di reclusione), per l’ex manager del gruppo Giuliano Panizzi (4 anni dal Tribunale di Parma), e per Enrico Barachini, ex membro del cda di Parfin (in prima erano stati chiesti 4 anni e 4 mesi) la Corte ha giudicato "inammissibile l’appello" della Procura di Parma e quindi ha dichiarato di "non doversi procedere nei loro confronti" e quindi sono state revocate tutte le sanzioni accessorie inflitte in primo grado.
Nell’aula Bachelet del tribunale di Bologna era presente soltanto Davide Fratta che, al termine della lettura della sentenza ha commentato commosso l’odissea’ processuale. "E’ stato un incubo – ha detto – perché ho fatto la professione per cinquant’anni e ho continuato sempre a vivere seriamente, non ho mai avuto nessun appunto". Ai tempi in cui ha ricoperto la qualifica di "sindaco" in Parmalat, ha spiegato, "facevo il mio dovere" ma "mi mostravano documenti falsi. Non ci siamo accorti di questi e quindi è nato il processo di 8 anni e mezzo e ora mi sento sollevato di essere tornato a vivere insieme ai miei figli".