‘Don Renato Tallone ha già patteggiato anche per l’accusa di concussione, relativa a scambi di favori con altri tre collaboratori di giustizia, riconducibili all’epoca in cui era cappellano al carcere di Brissogne’. Lo ha spiegato il procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia nella requisitoria del processo che vede imputato per corruzione il pentito Marco Messina, di 29 anni, nato a Palermo, che avrebbe promesso una ‘prestazione di natura sessuale’ a don Tallone – di 61 anni, nato a Cuneo, all’epoca di fatti contestati cappellano carcerario a Brissogne (Aosta) – in cambio di una chiavetta internet, vietata dai regolamenti carcerari. ‘Don Tallone avrebbe indotto i giovani collaboratori di giustizia, a cui portava beni come sigari e liquori, a farsi palpeggiare il corpo’, ha spiegato il pm, aggiungendo che la situazione relativa a Marco Messina è diversa dato che ‘sarebbe stato Messina stesso, da cui Tallone non era particolarmente attratto, a proporsi per ottenere la chiavetta internet’. Sia per l’accusa di corruzione sia per quella di concussione, nello scorso gennaio Don Tallone (avvocato Marisella Chevallard) – nel frattempo trasferitosi al priorato di Saint-Pierre – ha patteggiato davanti al Gip di Aosta una pena di un anno, 4 mesi e 20 giorni, ma è poi ricorso in Cassazione. Per Marco Messina, imputato oggi ad Aosta per corruzione e difeso dall’avvocato Carlo Laganà, il procuratore capo Marilinda Mineccia ha chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi di carcere, ritenendo quantomeno ‘implicita la corruzione’.