I finanzieri di Como hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Pio Francesco Borghetti e Nazareno Brandoni, rispettivamente fondatore ed ex amministratore delegato della nota catena di cosmetici Limoni, e i titolari di una ditta fornitrice, nell’ambito di un’inchiesta con l’ipotesi di appropriazione indebita ai danni dell’azienda leader nel settore della profumeria.
I militari del Nucleo di polizia tributaria di Como hanno provveduto anche al sequestro di beni mobili e immobili per un valore di oltre 32 milioni di euro che riguardano 21 tra conti correnti bancari e cassette di sicurezza, 16 tra immobili e terreni dislocati nelle province di Varese, Livorno, Bologna, Lucca, Messina (tra cui una villa del valore di cinque milioni di euro con piscina e bosco privato), quattro autoveicoli tra cui una Rolls Royce e partecipazioni societarie in tre aziende.
I sequestri e i provvedimenti di custodia in carcere nei confronti di Borghetti, Brandoni, dell’imprenditore comasco Antonio Lemma e quello ai domiciliari per la moglie di quest’ultimo, Maria Cristina Bertesago, sono stati disposti dal Gip Francesco Angiolini su richiesta del Pm di Como Giuseppe Rose che ha coordinato le indagini. Secondo quanto riferisce la guardia di finanza lariana, le indagini hanno ricostruito un complesso meccanismo fraudolento messo in atto tra il 2005 e il 2009 dal vecchio top management della Limoni (con l`appoggio dei soci di maggioranza) e dai coniugi amministratori della Vapro, nota società comasca produttrice di articoli di profumeria fallita nell`aprile del 2009 con un’esposizione passiva per oltre 14 milioni di euro.
Secondo le indagini, quello messo in piedi dagli arrestati era un meccanismo finanziario "sofisticato", organizzato anche attraverso la costituzione di imprese "esterovestite" (fiscalmente però residenti in Italia o nei paradisi fiscali), finalizzato "a depauperare il patrimonio della fallita, permettendo, parallelamente, un illecito arricchimento dei responsabili della frode", causando un danno fiscale all`erario per una base imponibile sottratta a tassazione pari a 27 milioni di euro. Le società coinvolte nelle investigazioni sono 14, di cui otto all’estero (Portogallo, Germania, Usa, Svizzera ed Emirati Arabi) e sei dislocate tra Lombardia ed Emilia Romagna.
Ai quattro arrestati vengono contestati, a vario titolo, l`associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti di bancarotta fraudolenta, reati tributari (omessa dichiarazione, omessa versamento di Iva, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e appropriazione indebita, tutti con l`aggravante della transnazionalità. Nell’ambito delle contestazioni, l’attuale proprietà della Limoni è invece parte offesa.