Cavalli drogati, corse truccate. Un caso ogni due giorni, 635 in totale, fra l`agosto del 2007 all`agosto del 2011. Da Roma a Cesena, da Trieste a Napoli, da Siracusa a Firenze, da Taranto a Capalbio, da Montecatini ad Aversa non c`è ippodromo né corsa di trotto o galoppo che ne sia stata immune. Inquinati, fra gli altri, il Gran Premio d`Italia a Merano, il Gran Premio Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste, così come il Bernardo Bertolucci a Follonica, il Sergio Brighenti di Bologna e il Touring Club Italiano a Pisa. Utilizzate decine e decine di sostanze dopanti dalla cocaina al fenilbutazone, dalla teobromina-caffeina al Naproxene.
E’ quanto emerge dai dati diffusi dal laboratorio ufficiale d`analisi Unirelab, rilanciati dalla Lav che ha presentato una denuncia per la violazione del secondo comma dell`articolo 544 ter del Codice penale (maltrattamento attraverso sostanze stupefacenti o vietate) e dell`articolo 1 della Legge 401 del 1989 (‘Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive’) con sequestro preventivo dei cavalli coinvolti in base agli articoli 321 c.p.p. ed art 544 sexies primo comma.
Secondo il rapporto Unirelab rielaborato dalla Lav, è negli ippodromi della Campania che tra il 2007 e il 2011 ci sono stati più casi di cavalli dopati (113), seguita da Toscana (82), Sicilia (76), Lazio (60) ed Emilia-Romagna (56). Per il presidente Lav Gianluca Felicetti "l`ippica è un sistema che non fa solo male agli animali da competizione per forza e non certo per scelta, e questi episodi non sono l`eccezione ma la regola delle corse: altro che rilancio, questo settore che ha goduto fino a ieri di oltre 400 milioni pubblici di euro l`anno deve chiudere".