Dopo una Camera di consiglio durata oltre ventiquattr’ore, i giudici di Bari chiamati a pronunciarsi sui trenta imputati del processo denominato ”La Fiorita” hanno condannato Raffaele Fitto, ex presidente della Regione Puglia, ex ministro per gli Affari regionali, a 4 anni di reclusione. Secondo i giudici, l’esponente del Pdl avrebbe incassato una tangente di 500.000 euro dall’imprenditore romano Giampaolo Angelucci, che è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione. Nei confronti dell’ex ministro Fitto, il Pm Renato Nitti aveva chiesto la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione.
Tra le vicende contestate, l’appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistenziali, vinto dalla società di Angelucci. La condanna per Fitto è riferita ai reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e a un episodio di abuso d’ufficio. L’ex governatore della Puglia è stato interdetto per cinque anni dai pubblici uffici. Assolto, invece, da tutti gli altri reati contestati tra cui quello di peculato.
Fitto, che è capolista in Puglia per il Pdl nelle elezioni per la Camera, aveva dichiarato alla vigilia della sentenza: ”Sono allibito dall’assurda e incredibile richiesta della Procura di Bari: ricordo che fino a oggi, dopo ben otto anni di processi, ho collezionato solo assoluzioni e proscioglimenti”.