Eppure, l’avevamo detto e la condanna di ieri ne è conferma: Raffaele Lombardo con le sue frequentazioni mafiose ha avvelenato la vita politica siciliana". Lo ha detto Patrizia Maltese, della Direzione nazionale dei Comunisti italiani, ricordando come Lombardo in passato abbia cercato "una penosa difesa, affermando di avere incontrato amministratori locali mafiosi ‘per ragioni politiche’: con i mafiosi non si prende nemmeno un caffè e nemmeno per presunte ragioni politiche". Per Maltese, "dovrebbero ora fare autocritica quanti, per fortuna non tutti, nel Pd si sono adattati e adagiati sul suo sistema di potere consentendogli di fare dei siciliani un popolo di schiavi costretti a vendere il loro voto, cioè la loro stessa libertà, per ottenere diritti, primo fra tutti quello al lavoro". Infine, secondo la dirigente del Pdci, "troppi presidenti di regione indagati dovrebbero far riflettere sull’autonomia siciliana: strumento usato dai più per accrescere il potere di pochi feudatari e non certo sfruttato a favore dei siciliani e in direzione di rilancio e sviluppo".