Come la temperatura percepita adesso si elabora, in ricerche, la corruzione percepita. Secondo questo nuovo parametro, elaborato dall’OCSE, l’Italia primeggia: il 90% dei cittadini ritiene che nelle istituzioni ci sia corruzione. Ovvio che in Italia ci sia corruzione, nessuno lo nega, ma i rimedi che si stanno approntando, in questo campo come in altri, sono quelli dell’aumento delle pene e l’allungamento dei tempi di prescrizione. Abbiamo dei dubbi che questo serva alla causa. Occorre mettere mano alle procedure e alle competenze istituzionali per diminuire l’impatto della corruzione stessa. Se, per esempio, un cittadino per ottenere una licenza o una autorizzazione deve vagare tra gli uffici ministeriali, quelli delle regioni, quelli delle provincie (ci sono ancora) e, infine quelli del comune, è chiaro che si pongono le premesse di atti illeciti. Semplificare è la soluzione, ma si preferisce fare altro e dare ascolto agli umori malmestosi diffusi in ogni dove. Salvo doversi ricredere fra qualche tempo.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc