SCOPERTA MAXI EVASIONE: SOCIETà CINESE EVADE 20 MILIONI DI EURO

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Prato ha scoperto una rilevante evasione fiscale posta in essere da una società riconducibile a soggetti di etnia cinese che, interponendo diversi prestanomi nella carica di amministratore, svolgeva la propria attività occultando i redditi al Fisco. La “Cabina di Regia” a monte del disegno criminoso vedeva quali amministratori di fatto e proprietari occulti della società pratese due coniugi cinesi operanti nel settore tessile. La società, dopo un breve periodo iniziale di operatività nel quale osservava tutte le disposizioni di legge inerenti la costituzione e l’inizio dell’attività, dopo aver ottimizzato una certa quantità di guadagno, non adempiva più agli obblighi sia nei confronti dei clienti/fornitori sia nei confronti dell’Amministrazione tributaria arrivando poi a cessare la propria attività ed aprendone contestualmente un’altra. L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ha permesso di accertare che negli ultimi dieci anni avevano formalmente rivestito la carica di amministratori della società cinque prestanomi nullatenenti, tutti di etnia cinese, che erano stati scelti dai reali amministratori “occulti” tra i propri parenti, amici od operai della società con contratti part-time. I singoli amministratori, dopo un breve periodo di tempo dalla loro nomina, tornavano in Cina risultando, pertanto, irreperibili sul territorio italiano. A seguito delle preliminari investigazioni, i finanzieri accedevano presso la sede societaria e l’abitazione, una villetta ubicata nel Comune di Campi Bisenzio, ove vivevano i coniugi cinesi (reali amministratori), anche se la stessa formalmente era intestata alla loro figlia: essi, infatti, avevano posto la loro residenza in immobili non nella loro effettiva disponibilità. Grazie al rinvenimento di documentazione extracontabile e computer, abilmente occultati, si ricostruivano i redditi occultati al Fisco: ricavi non contabilizzati e non dichiarati per circa 14 milioni di euro, violazioni in materia di I.V.A. per circa 6 milioni di euro e violazioni i.r.a.p. per oltre 500.000 euro. Le condotte sopra esposte hanno permesso di denunciare per frode fiscale nr. 1 soggetto cinese alla Procura della Repubblica di Prato, per violazione dell’art. 4 del D.lgs 74/2000.