
La Compagnia Guardia di Finanza di Cremona, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia nella persona del Sostituto Procuratore Roberta Panìco, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare nei confronti di due indagati ritenuti responsabili di aver costituito in provincia di Brescia un’associazione a delinquere che da diversi anni si era specializzata nella frode fiscale delle false cooperative di lavoro, risultate tutte essere “evasori totali”. Contro di loro e contro altri tre indagati è stato anche disposto il sequestro patrimoniale, per un ammontare di quasi 44milioni di euro, a tutela del danno erariale subito dall’Amministrazione Finanziaria. L’ordinanza della Dott.ssa Alessandra Sabatucci, G.I.P. presso il Tribunale di Brescia ha colpito un imprenditore (E.P., classe 1946) e il figlio (A.P., classe 1975) che dal 2006 al 2011 hanno gestito 11 cooperative di produzione e lavoro ed un consorzio con oltre 260 dipendenti impiegati presso diverse aziende della macellazione e lavorazione di prodotti alimentari del norditalia. Le indagini, avviate a novembre del 2011, hanno dimostrato come queste cooperative fossero in realtà fittizie, senza alcuna parvenza di vita sociale o mutualistica (mai un’assemblea dei soci, mai la divisione degli utili tra i soci)e come i dipendenti, non indagati, erano tenuti completamente all’oscuro dei loro diritti di soci. Le cooperative “di comodo” venivano utilizzate per emettere fatture per le prestazioni rese dal personale, parte delle quali (per circa 34milioni di euro) transitanti attraverso il Consorzio e relative a operazioni inesistenti e altre (per circa 54milioni di euro) emesse direttamente nei confronti dei committenti senza lasciare traccia nella contabilità del Consorzio al fine di consentire a quest’ultimo di evadere le imposte dirette e l’IVA. In sostanza, l’ente consortile, l’unico effettivamente operativo e apparentemente in regola dal punto di vista delle dichiarazioni fiscali, “ribaltava” il proprio debito erariale sulle false cooperative che,
costituite per essere poi celermente dismesse prima che potessero essere sottoposte a verifiche fiscali, erano preposte alla sistematica evasione degli oneri fiscali e contributivi formalmente assunti ma sostanzialmente riferibili al Consorzio. L’attività di frode compiuta dal 2006 al 2011 ha consentito l’omessa fatturazione di compensi per 59,5 milioni di euro, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 34,6 milioni di euro, generando dal 01/01/2007 un indebito risparmio d’imposta ai fini IVA e delle imposte dirette per 34,95 milioni di euro
tutti contestati nel corso di 12 verifiche fiscali nei confronti delle 11 cooperative e del consorzio. La Guardia di Finanza ha anche dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dei conti correnti, depositi titoli e cassette di sicurezza intestati o cointestati agli indagati.