27 persone facenti parte di un’associazione a delinquere transnazionale dedita al contrabbando di gasolio sono state destinatarie di diverse misure cautelari personali al temine di indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Trani. Il provvedimento è stato adottato, su richiesta del Procuratore Carlo Maria Capristo e del Sostituto Alessandro Donato Pesce, dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trani Maria Grazia Caserta, nei confronti di cittadini italiani e stranieri che, a vario titolo, tra settembre 2014 e novembre 2015, hanno introdotto sul territorio nazionale italiano circa 13 milioni di litri di “olio lubrificante” in assoluta evasione d’accisa. Il prodotto proveniente dalla Polonia veniva commercializzato come “gasolio per autotrazione” a compiacenti distributori stradali ovvero a ditte di autotrasporto italiane, che riuscivano così ad abbattere illecitamente i propri costi. Le indagini della Compagnia delle Fiamme Gialle di Trani venivano avviate a seguito di sequestro, nel novembre 2014 in Corato, di oltre 80.000 litri di “olio lubrificante” destinato quale gasolio per autotrazione, a ditte coratine e baresi. I finanzieri quindi ricostruivano l’intera filiera criminale individuando una vera e propria “azienda commerciale” che si avvaleva di un’area produttiva (tra la Polonia e la Germania), con una specie di “ufficio export” (in Polonia) che piazzava il prodotto in tutto il territorio nazionale avvalendosi di veri e propri “procacciatori d’affari” italiani. La frode, scoperta dai finanzieri, era alquanto articolata: per il tramite di fabbriche di prodotti energetici in Polonia l’associazione criminale era riuscita a predisporre una miscela energetica che fiscalmente, e quindi documentalmente, era assimilabile all’olio lubrificante (prodotto non sottoposto ad accisa) ma tuttavia, avendone le stesse caratteristiche energetiche (e visive), poteva ben essere commercializzato nei distributori stradali. Per il tramite di compiacenti ditte tedesche, il prodotto veniva introdotto in Italia ove alcune ditte di autotrasporto lo utilizzavano sui propri mezzi pesanti per abbattere i costi relativi all’accisa, mentre altre società create ad hoc ovvero distributori stradali lo immettevano in consumo quale gasolio per autotrazione. L’utilizzo di falsa documentazione fiscale e commerciale accompagnava ovviamente la commercializzazione del prodotto, e tutto questo permetteva ai singoli soggetti economici interessati alla truffa di frodare il fisco italiano nonché gli ignari automobilisti che, a fronte del prezzo pagato per acquistare gasolio, effettuavano un rifornimento di olio lubrificante. Difatti, i vantaggi che conseguiva l’organizzazione erano duplici: per un verso, essendo le imposte che gravano sul gasolio per autotrazione assoggettate ad aliquota maggiore rispetto quella per l’olio lubrificante, versavano minori imposte; per l’altro, la commercializzazione di olio lubrificante al prezzo del gasolio (sensibilmente più elevato rispetto il primo) consentiva un margine di ricavo maggiore. Il complessivo giro d’affari veniva quantificato dai finanzieri in circa 11,5 milioni di euro come imposte complessivamente evase, cui vanno sommati circa 2,5 milioni di ricavi illeciti derivanti dall’attività di contrabbando. Proprio per questo, il provvedimento disposto dal GIP prevede anche il sequestro per equivalente di beni e altre attività, nonché il sequestro preventivo di numerose società coinvolte nell’illecita commercializzazione. Contestualmente alle operazioni in Italia, in esecuzione di mandato d’arresto europeo emesso dal G.I.P., la polizia polacca procedeva nei confronti di 5 membri dell’associazione a delinquere attualmente residenti in territorio polacco. Complessivamente quindi nel corso dell’operazione denominata Varsavia, 350 finanzieri, impiegati su tutto il territorio nazionale, davano esecuzione a 7 misure di traduzione in carcere (per quattro campani e tre pugliesi), a 7 misure di arresti domiciliari (tre campani e quattro pugliesi) con la notifica di 8 provvedimenti di obbligo di dimora (sei italiani e due polacchi). Sottoposti a sequestro 16 società, 53 autoveicoli, motoveicoli e trattori, 17 tra immobili e terreni, nonché numerosi conti correnti. L’intervento dei Finanzieri quindi è stato finalizzato non solo alla tutela degli interessi erariali ma, altresì, alla tutela dei clienti dei distributori stradali che, convinti di acquistare gasolio per autotrazione, acquistavano invece una miscela lubrificante. Peraltro, i mezzi sequestrati all’organizzazione ed utilizzati per il trasporto del prodotto viaggiavano privi di qualunque indicazione obbligatoria prevista per il trasporto di prodotti petroliferi, informazioni spesso fondamentali anche per indirizzare al meglio ogni intervento di soccorso in caso di incidenti stradali. Ai membri dell’organizzazione criminale è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise sui prodotti energetici, la truffa ai danni dello stato, la frode in commercio e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il tutto con l’aggravante della transnazionalità della condotta criminale, reati per i quali rischiano fino ad un massimo di 14 anni di reclusione. Gli indagati italiani attinti da custodia cautelare in carcere sono stati tutti condotti presso la Casa Circondariale di Trani, in attesa degli interrogatori di garanzia.