La Guardia di Finanza di Albenga ha concluso una complessa attività di polizia economicofinanziaria nei confronti di una pluralità di soggetti operanti nel settore del commercio alimentare e dell’edilizia, collegati tra loro attraverso imprese e ditte intestate a prestanomi. Le indagini hanno consentito di scoprire come alcuni soggetti residenti ad Albenga si avvalessero di prestanomi a cui poter intestare imprese e, quindi, poter svolgere attività commerciali in maniera occulta. Negli ultimi anni, alcuni indagati avevano maturato oltre 650 mila euro di debiti verso Erario, Enti previdenziali e locali ed altri avevano commesso alcuni reati per i quali l’Autorità Giudiziaria avrebbe potuto procedere con sequestri e confische di beni: da qui l’esigenza di “schermare” le proprie attività e provare, con tale modus operandi, a sottrarsi ad eventuali pretese di Equitalia S.p.a. e di altri creditori, nonché eludere eventuali provvedimenti giudiziari. Le Fiamme Gialle di Albenga hanno incessantemente monitorato gli indagati attraverso appostamenti e pedinamenti durati svariati mesi, l’analisi di numerosi conti correnti bancari intestati ai reali titolari delle imprese ed ai vari prestanomi, l’esame di documentazione contabile ed extracontabile acquisita nel corso di attività tributarie e di polizia giudiziaria nonché presso vari Enti pubblici. Per le attività di accesso eseguite presso le sedi amministrative ed operative delle aziende e presso le abitazioni dei soggetti coinvolti, i finanzieri si sono avvalsi anche dell’ausilio di unità cinofile c.d. “cash dog”, addestrati dalla Guardia di Finanza per la ricerca di denaro contante. Le indagini si sono concluse con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di n. 8 persone responsabili, a vario titolo, di reati di diversa natura, dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione ai danni dello Stato, alla ricettazione, emissione ed utilizzo di fatture false per oltre 100 mila euro, insolvenza fraudolenta per il pagamento di imposte, dichiarazione infedele e omessa dichiarazione dei redditi, fino al trasferimento fraudolento di valori previsto dalle normative antimafia. Le attività della Guardia di Finanza di Albenga hanno, infine, consentito di recuperare a tassazione oltre 2 milioni di euro di elementi positivi di reddito mai dichiarati al Fisco nonché di accertare un’evasione I.V.A. di circa 300 mila euro, tra il 2010 ed il 2013, e segnalato all’INPS l’impiego di lavoratori in nero, uno dei quali percepiva, allo stesso tempo, l’indennità di disoccupazione. In tale meccanismo illecito erano coinvolto anche un professionista di Albenga che, con altri indagati, ha distratto finanziamenti della Regione Liguria, per circa 130 mila euro, provenienti dai fondi pubblici destinati all’aiuto alle nuove imprese.