GAMBERO ROSSO

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Modena hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare nei confronti di un sodalizio criminale radicato nel territorio modenese ed operante, attraverso molteplici società, nel settore immobiliare e dell’edilizia, che si aggiunge ad altro sequestro probatorio eseguito presso un istituto bancario elvetico, per un importo complessivo di oltre 16,5 milioni di euro. Le indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Modena hanno permesso di accertare come i responsabili attraverso un fitto reticolo societario gestito grazie anche a numerosi prestanome tratti dai propri nuclei familiari, per oltre un decennio abbiano perpetrato sistematiche attività illecite che, partendo dall’evasione e dalla frode fiscale condotta in associazione, sono state successivamente finalizzate al riciclaggio, anche transnazionale, degli ingenti proventi illeciti conseguiti. Il provvedimento, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Modena, dott.ssa Emanuela PIRILLO, su richiesta della Procura della Repubblica di Modena, giunge al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria, coordinate dal Procuratore della Repubblica, Lucia MUSTI, e dal Sost. Procuratore Lucia DE SANTIS. Nel corso delle indagini si è fatto ricorso a strumenti operativi ad alta penetrazione investigativa nei confronti del gruppo criminale che, come detto, legato da vincoli familiari, attraverso molteplici società ai medesimi riconducibili, molte delle quali evasori totali o paratotali, ha allestito un vorticoso giro di fatture afferenti operazioni inesistenti grazie alle quali è stato possibile abbattere il carico fiscale derivante dalle numerose ed importanti operazioni immobiliari realizzate. Le ingenti disponibilità finanziarie così ottenute venivano poi trasferite tra le diverse società del gruppo, quale “originale” forma di “autofinanziamento”. Gli illeciti profitti realizzati con l’imponente frode sono stati, successivamente, riciclati, sempre ricorrendo a falsa documentazione contabile, dai conti societari verso i rapporti bancari dei sodali accesi sul territorio nazionale ed estero, prima a San Marino e poi in Svizzera. I profitti illeciti sono stati anche reimpiegati nell’acquisizione di numerose unità immobiliari, spesso di pregio. L’operazione trae origine dal monitoraggio finalizzato alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopi di riciclaggio che ha permesso ai finanzieri di approfondire l’analisi dei flussi finanziari attraverso il ricorso alle banche dati in uso al Corpo ed all’esecuzione di mirati rilevamenti diretti ad accertare la realtà fattuale ed economica dei soggetti coinvolti. Al termine del preliminare lavoro investigativo, in relazione alle numerose fattispecie penali emerse, è stata interessata la locale A.G. che, assumendo la direzione delle indagini, a seguito di specifica proposta, ha autorizzato l’esecuzione di complesse indagini tecniche, grazie alle quali è stato possibile raccogliere copioso materiale probatorio. Sono state, altresì, eseguite perquisizioni locali e acquisizioni documentali, i cui esiti sono stati, successivamente, riconciliati con le risultanze di articolati accertamenti finanziari che hanno interessato oltre 90 rapporti bancari riconducibili ai componenti del sodalizio criminale. A tali strumenti investigativi si sono accompagnate specifiche attività rogatoriali avanzate alle Autorità Giudiziarie sanmarinesi ed elvetiche che hanno consentito di individuare disponibilità estere in capo al sodalizio, alimentate attraverso apporti di denaro contante con tagli di banconote prevalentemente da 500 euro, per oltre 10 milioni di euro, sequestrati dall’Autorità Giudiziaria del Canton Ticino su richiesta rogatoriale dell’A.G. modenese. Contestualmente sono state eseguite specifiche verifiche fiscali, ad opera sia del Nucleo PT che del Gruppo di Modena, nei confronti di 5 persone fisiche e 26 imprese, di cui 5 risultate evasori totali e 9 paratotali. A conclusione dell’attività ispettiva si è proceduto alla segnalazione ai competenti uffici finanziari di un maggior imponibile occultato all’Erario per circa 60 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di violazioni all’IVA per oltre 50 milioni di euro, nonché alla segnalazione alla competente A.G. di un’imposta evasa, ai fini penal-tributari, quantificata in circa 23 milioni di euro. In ragione della pericolosità e gravità dei comportamenti accertati, che hanno permesso all’associazione criminale di operare per oltre un decennio nel più totale spregio della normativa fiscale, il Pubblico Ministero titolare delle indagini, accogliendo le proposte avanzate dalle Fiamme Gialle di Modena, ha ottenuto dal G.I.P. del locale Tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente dei beni riconducibili all’associazione per l’ingente importo di 16,5 milioni di euro, cui è stata data concreta esecuzione nella mattinata del 4 luglio scorso. L’operazione descritta si inserisce nella più ampia lotta all’evasione/frode fiscale ed al riciclaggio, anche internazionale, condotta quotidianamente dalla Guardia di Finanza in forma integrata tramite le sue proiezioni investigative ed operative, per tutelare, attraverso il fermo contrasto alla criminalità economico-finanziaria sotto l’aspetto sia amministrativo sia penale, l’economia legale e il sano funzionamento del tessuto produttivo quale unico volano dell’economia del Paese.