La Guardia di Finanza di Forlì ha concluso le indagini sulla truffa ai danni di una nota imprenditrice di Forlì a cui è stata sottratta la somma di 600.000 euro. L’indagine è stata avviata a seguito della denuncia sporta presso la locale Procura della Repubblica da parte dell’imprenditrice forlivese, che aveva raccontato di come aveva chiesto la consulenza di una famosa professionista di Ravenna per procedere alla ristrutturazione del suo gruppo aziendale operante nel settore della “bellezza” e nella gestione di strutture ambulatoriali, riabilitative e diagnostiche. Da qui la commercialista si sarebbe inserita all’interno delle aziende appropriandosi di somme utilizzate per fini personali. L’attività investigativa, condotta sotto la direzione del dott. Filippo Santangelo, Sostituto Procuratore della Repubblica di Forlì, ha comportato l’esame di numerosa documentazione contabile delle società del gruppo aziendale e copiosa documentazione bancaria, consentendo alla Fiamme Gialle di individuare gli artifizi e raggiri utilizzati per la sottrazione delle risorse finanziarie. Si è così scoperto che la commercialista falsificava la firma della vittima sui moduli di richiesta di vari bonifici bancari e assegni circolari, su conferimenti di incarico in esclusiva per la vendita di immobili di sua proprietà e manipolava i prospetti riepilogativi settimanali utilizzati per i pagamenti on-line, in modo da non far risultare gli ammanchi di denaro. Come poi la professionista ravennate utilizzasse i proventi realizzati dalla sua condotta delittuosa, i finanzieri l’hanno scoperto seguendo le movimentazioni del denaro. Si è così visto che la somma di 600.000 euro sottratta alle aziende del gruppo era stata utilizzata quale anticipo per l’acquisto di un prestigioso immobile ubicato nei pressi del centro di Ravenna, già sede di un noto Istituto di Credito nazionale, per pagare le parcelle del designer incaricato della ristrutturazione ed arredamento dell’immobile nonché per cofinanziare un progetto di ricerca affidato ad una propria amica. Nei confronti della commercialista (L.M. di anni 48) la Procura della Repubblica ha disposto il rinvio a giudizio per truffa e appropriazione indebita aggravata e continuata, con pena che può arrivare fino a 8 anni di reclusione.