SCOPERTA MAXI EVASIONE CONTRIBUTIVA COMMESSA DA UNA COOPERATIVA SOCIALE VALDOSTANA

Funziona bene l’azione sinergica sul territorio valdostano delle forze ispettive deputate a contrastare il lavoro irregolare. Il Gruppo della Guardia di Finanza di Aosta, la Direzione Territoriale del Lavoro, l’I.N.P.S. e l’I.N.A.I.L. hanno portato alla luce una maxi evasione contributiva e fiscale commessa da una Cooperativa Sociale Valdostana che operava nel settore dell’assistenza domiciliare a favore di categorie di persone bisognevoli di sostegno. Nel corso delle indagini è stato accertato che le assistenti domiciliari (le cosiddette “badanti”) seppur formalmente costituite in cooperativa, erano gestite da una persona che le dirottava, a seconda delle necessità, sull’intero territorio valdostano. Questo meccanismo non è compatibile con il fine mutualistico proprio delle cooperative bensì con un fine di lucro alla stregua di una società commerciale operante nel settore della fornitura dei servizi. Le indagini sono state avviate già nel 2013 dal Gruppo della Guardia di Finanza di Aosta che, a seguito di una riunione svolta con la direzione aostana dell’I.N.P.S., ha approfondito la posizione lavorativa di alcune assistenti domiciliari “affiliate” alla cooperativa. Da subito è emerso che, nei casi analizzati, il versamento dei contributi previdenziali veniva sistematicamente omesso e, cosa ancora più grave, le lavoratrici ritenevano che ciò avvenisse regolarmente, poiché in possesso delle attestazioni di versamento da parte della direzione della cooperativa. Su delega della Procura della Repubblica di Aosta, le Fiamme Gialle hanno effettuato le perquisizioni sia del domicilio dell’indagato che della sede della Cooperativa, dove è stata reperita tutta la documentazione relativa alle lavoratrici. In particolare, i bollettini postali MAV relativi ai versamenti dei contributi previdenziali sono risultati falsi, poiché riportavano le attestazioni di pagamento degli istituti di credito esattori con timbri e diciture risultate artatamente apposte. Tale condotta, oltre che del tutto illegale, ha determinato il mancato versamento dei contributi nelle casse dell’I.N.P.S. e dei premi assicurativi all’I.N.A.I.L., oltre alla mancata maturazione dei requisiti necessari per accedere ai sistemi di sostegno del reddito nei periodi di disoccupazione da parte delle lavoratrici. Questa parte delle indagini, svolta in costante collaborazione con l’I.N.P.S. di Aosta, data la schiacciante mole di prove acquisite, si è conclusa con la condanna dell’indagato, che ha patteggiato una condanna a 4 mesi. Successivamente, a seguito del “nulla osta” concesso dalla Procura della Repubblica di Aosta al termine delle indagini penali, è partita l’azione amministrativa. Dapprima Direzione Territoriale del Lavoro, I.N.P.S. ed I.N.A.I.L., congiuntamente con i Finanzieri del Gruppo Aosta, hanno individuato tutte le posizioni contributive irregolari, quantificate in ben 34, di cui 29 completamente “in nero” e 5 meramente irregolari. Ciò ha permesso di diffidare la cooperativa a sanare la posizione dei citati dipendenti ed elevare sanzioni pecuniarie per oltre 166.000 Euro, accertando omissioni contributive per circa 17.500 Euro. Inoltre, parallelamente è stata avviata la verifica fiscale da parte dei Finanzieri del Gruppo Aosta. Il mancato rispetto dei requisiti per poter usufruire dei benefici previsti dalla normativa sulle cooperative ha determinato, unitamente ad altre violazioni, l’individuazione di basi imponibili sottratte alla tassazione fiscale, previdenziale ed assicurativa pari a circa 250.000 Euro. Con questa operazione le Fiamme Gialle valdostane, con la collaborazione degli organi ispettivi in materia di lavoro, oltre ad aver individuato e fatto condannare una persona per una grave truffa al sistema previdenziale nazionale, hanno fatto emergere sistemi di concorrenza sleale che danneggiano gli altri operatori del settore, che forniscono con professionalità servizi di assistenza domiciliare nei confronti di degenti, anziani ed ammalati. Nel contempo, sono state tutelate le lavoratrici oggetto della truffa, recuperando nei loro confronti importanti periodi contributivi sulla base delle retribuzioni previste dai Contratti Collettivi Nazionali della categoria di appartenenza.