Nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria convenzionalmente denominata “Puerto Connection”, in data 12 ottobre u.s. militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un decreto di confisca di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie complessivamente pari ad euro 320.000. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Misure di Prevenzione nei confronti di TRIMARCHI Vincenzo, il quale – nell’ottobre 2011 – era stato tratto in arresto dai militari del Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Reggio Calabria mentre tentava di trasportare oltre 500 kg di cocaina al di fuori dell’area portuale di Gioia Tauro occultati all’interno di un furgoncino di proprietà della MCT (società per la quale lavorava). Per tali fatti, il soggetto è stato condannato – con sentenza divenuta irrevocabile – alla pena di anni 16 per il reato di cui all’art. 73 del DPR 309/1990. Le ulteriori indagini a suo tempo svolte avevano altresì evidenziato – così come confermato dalla sentenza emessa dal GUP di Reggio Calabria in data 9 dicembre 2015, con la quale è stata comminata le pena di ulteriori 4 anni di reclusione a suo carico – che TRIMARCHI era inserito in un’associazione per delinquere di stampo mafioso capeggiata dai fratelli BRANDIMARTE. Il sodalizio criminale era articolato su più livelli, comprensivi di squadre di operatori portuali infedeli, era dotato di elevatissime disponibilità finanziarie ed aveva essenzialmente lo scopo di reperire ed acquistare all’estero ingenti quantità di sostanza stupefacente. La cocaina, nello specifico, veniva importata prevalentemente attraverso i porti panamensi di Cristobal e Balboa, trasportata in Italia a bordo delle cargoship della MSC S.A. in arrivo presso il porto di Gioia Tauro (RC) o in altri porti nazionali o europei, per poi essere successivamente commercializzata. I beni sono stati confiscati in quanto ritenuti provento delle attività illecite poste in essere dal Trimarchi, del quale è stata provata la pericolosità sociale qualificata ai sensi dell’art. 4 lett. b. D.Lgs. 159/2011. Gli stessi erano stati già oggetto di provvedimento di sequestro di prevenzione disposto dal medesimo Tribunale in data 13.05.2015 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.