Le Fiamme Gialle, da sempre impegnate nella tutela delle entrate dello Stato, negli ultimi anni hanno potenziato le proprie risorse operative indirizzando i controlli anche nel settore delle “uscite” ovvero contrastando tutte quelle frodi in materia di “Spesa Pubblica” perpetrate ai danni dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali (Comuni, Università, A.S.L., ecc.). Nell’ottica di una giusta concessione delle agevolazioni, nei confronti di cittadini realmente appartenenti alle fasce più deboli, i Finanzieri del Gruppo di Barletta hanno portato a termine una mirata attività ispettiva nel settore della “Spesa Sanitaria”, in materia di esenzione ticket. Alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate soglie reddituali, danno diritto all’esenzione dalla compartecipazione del costo (il c.d. ticket) sulle prestazioni sanitarie, in base a specifici codici (età, disoccupazione, titolarità di assegno sociale ovvero di pensione al minimo). Per tale beneficio la normativa prevede la presentazione presso gli uffici dell’A.S.L. di un’autocertificazione sottoscritta dall’assistito. L’attività ispettiva eseguita ha riguardato gli assistiti residenti nei comuni di Barletta e Canosa di Puglia, con riferimento agli anni 2012 e 2013. Incrociando le risultanze delle banche dati in uso al Corpo, con la documentazione acquisita presso l’I.N.P.S., il Centro Impiego e l’A.S.L., sono emerse irregolarità nei confronti di 16 soggetti su 34 controllati. Gli assistiti, ottenuto il diritto all’esenzione totale mediante false attestazioni reddituali e/o personali, effettuavano gratuitamente tutte le prestazioni specialistiche prescritte con il ricettario sanitario, nonché quelle usufruite con accesso diretto presso il “Pronto Soccorso”; il tutto a discapito del bilancio regionale e dei “non esenti”, che compartecipano al costo di ogni singola prestazione (ticket). A conclusione dell’attività eseguita, ai “furbetti del Ticket” resisi responsabili della violazione di indebite percezioni di erogazioni a danno dello Stato, sono state contestate complessivamente 247 ricette mediche, indebitamente contraddistinte con i rispettivi codici di esenzione, avviando i recuperi per circa 8.500 euro.