I Finanzieri della Compagnia di Luino, nei giorni scorsi, hanno messo un nuovo tassello all’operazione denominata “Era Glaciale”, iniziata nel mese di dicembre del 2015, che aveva portato alla denuncia di un soggetto di origine emiliana (C.G.), da lungo tempo residente, insieme alla famiglia, a Lavena Ponte Tresa, per i reati di ricettazione, riciclaggio, contrabbando nel movimento delle merci attraverso i confini di terra e gli spazi doganali, sottrazione all’accertamento ed al pagamento dell’accisa sull’alcole e sulle bevande alcoliche e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Infatti, nella giornata di ieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento – emesso dal Tribunale di Varese – con il quale è stata disposta, nei confronti dell’indagato, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, prevista dalla normativa antimafia, con il sequestro di numerosi beni, già sottoposti a sequestro penale eseguito sul finire del 2015, nel corso della prima tranche dell’operazione, a seguito di un provvedimento emesso, a suo tempo, dal Pubblico Ministero di Varese – Annalisa Palomba. L’operazione, condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Luino e coordinata dalla Procura della Repubblica di Varese, si inserisce in un più ampio contesto investigativo di natura economico-patrimoniale, che ha determinato l’applicazione della misura ablativa nei confronti di un soggetto connotato da pericolosità economicofinanziaria, in quanto è emerso che per condotta e tenore di vita lo stesso viveva abitualmente con proventi derivanti dai citati delitti anche di natura fiscale. La sistematicità delle condotte delittuose e l’evidente sperequazione tra redditi dichiarati e patrimoni acquisiti, hanno indotto la Guardia di Finanza di Luino e la Procura della Repubblica di Varese a sviluppare investigazioni patrimoniali utilizzando le potenzialità offerte dalla normativa antimafia e richiedere al Tribunale della stessa città l’emissione di una misura di prevenzione patrimoniale a carico della persona investigata. Le Fiamme Gialle luinesi, inoltre, al fine di verificare la posizione fiscale dell’indagato, hanno eseguito un controllo tributario nei confronti della società di capitali di cui lo stesso risulta essere amministratore. Tale attività ha permesso, per il solo anno d’imposta 2014, di constatare un’evasione fiscale di oltre 1.000.000 di euro e contestualmente è stato denunciato per il reato di infedele dichiarazione dei redditi alla Procura della Repubblica di Varese. Il Tribunale di Varese, condividendo la prospettazione accusatoria, ha emesso una misura di prevenzione patrimoniale, ai sensi della vigente normativa antimafia, con la quale ha disposto il sequestro di 59 chilogrammi di argento in grani per un valore di oltre 27 mila euro, 171 lingotti di argento, per un peso totale di 17 chilogrammi, per un valore di oltre 8 mila euro, 72 monete d’oro, pari a 2 chilogrammi, per un valore di oltre 70 mila euro, 94 reperti di interesse paleontologico di cui 2 zanne di elefante e 1 di mammut per un valore di oltre 200 mila euro, 424 campioni di minerali di varie dimensioni per un valore di circa 300 mila euro, e oltre 20 mila bottiglie di alcool (maggior parte whisky, cognac, rum, liquori vari e vini) per un valore di oltre 6,5 milioni di euro. L’ammontare complessivo di beni sottoposti a sequestro ammonta ad oltre 7.000.000 euro. In particolare, è emerso che i proventi illeciti sono stati reimpiegati, in parte, nei cosiddetti “beni rifugio”, che garantiscono stabilità di valore nel tempo. Per i beni oggetto di sequestro, rimessi nella disponibilità dell’Amministratore Giudiziale, appositamente nominato dal Tribunale di Varese, sarà avviato, nei prossimi giorni, l’iter procedimentale per giungere alla confisca degli stessi. L’aggressione dei patrimoni illeciti consente di colpire le organizzazioni criminali nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali e imprenditoriali e di restituire alla collettività i beni accumulati per finalità sociali.